Ultimo giorno oggi per la decima edizione del Sicilia QUeer filmfest. Alle 20.30 sarà proclamato il vincitore del concorso internazionale dei lungomertraggi e quello dei cortometraggi.
Si apre alle 16.30 con “Parigi o cara” del 1962, secondo film della sezione “retrovie italiane” a cura di Umberto Cantone, diretto da Vittorio Caprioli e scritto e interpretato da Franca Valeri e dallo stesso regista. Dopo avere trovato una sistemazione per l’anziano padre, Delia, lucciola di Roma, si reca a Parigi, dove risiede ormai da anni il fratello omosessuale Claudio. Decisa a mirare a una clientela d’alto bordo, Delia si scontra con la quotidianità tutt’altro che grandiosa della periferia parigina, costellata di mansarde anguste, vicoli bui e muri scalcinati. Un film di culto eccentrico, una commedia all’italiana che fa del camp e della caricatura il suo marchio di fabbrica. La proiezione, ad ingresso gratuito, è resa possibile grazie alla collaborazione con la Cineteca Italiana e con il Centro Sperimentale di Cinematografia – Sede Sicilia.
Alle 18.30, replica di Samp di Antonio Rezza e Flavia Mastrella reduce dal Festival di Venezia. Un film con l’andatura del viaggio e la dinamica della performance, una metafora dello sgretolamento culturale. Un’opera che frantuma la sceneggiatura e coglie al volo le location e gli attori: le riprese, iniziate diciannove anni fa e terminate nel 2020, mostrano i personaggi invecchiare con gli autori e castigano nel fotogramma la vivacità cangiante delle immagini. Samp è un killer di professione affetto da turbe psicologiche che cura con la musica, che viene ingaggiato da un potente per uccidere i tradizionalisti. Dopo aver ammazzato la madre, vaga nella terra di Puglia alla ricerca della donna ideale e, all’improvviso, si innamora: non una ma più volte.
Alle 20.30 l’appuntamento è con la premiazione dei concorsi internazionali dei lungometraggi e dei cortometraggi. Seguirà la proiezione di Days di Tsai Ming Iiang Kang, in anteprima nazionale al Sicilia Queer filmfest e presentato all’ultima Berlinale. Pellicola essenziale e potente, senza dialoghi, che racconta un momento nelle vite di due uomini mentre queste si toccano, si incrociano e poi si separano di nuovo. Uno studio magistralmente ridotto sulla solitudine.