Al teatro Ambasciatori di Catania è andata in scena “La cena dei cretini” di Francis Veber a cura della compagnia Oltre le Camene. Una serata di risate e riflessioni.
“La cena dei cretini” è il titolo dell’esilarante film di Francis Veber datato 1998 la cui trama si ispira alla celebre ed omonima commedia teatrale, scritta e diretta dallo stesso regista francese. Una spassosa messa in scena che la compagnia Oltre le Camene ha proposto al teatro Ambasciatori di Catania. Con la regia di Cinzia Ragona, i tre atti della pièce hanno divertito il pubblico intervenuto, proponendo diversi spunti di riflessione su atteggiamenti e modus operandi degli uomini e delle donne di oggi. La trama si snoda attorno alla cena che ogni mercoledì alcuni amici, ricchi ed annoiati, si dilettano ad organizzare per invitare un conoscente, ritenuto stupido, per irriderlo per tutta la serata. All’editore Piero Abate (sulla scena interpretato da Nino Spitaleri) giunge una “ghiotta” segnalazione da parte di un amico che individua in Lillo Pirrone (Marcello Marchese), impiegato contabile al ministero delle Finanze ed appassionato costruttore di modellini con i fiammiferi, il cretino di turno da sbeffeggiare. Prima che la cena prenda il via, Abate invita Pirrone a casa sua per sorseggiare insieme un aperitivo. Da questo momento in poi una serie di “strani” accadimenti movimentano la scena. E così, Cristina, la moglie dell’editore interpretata da Nelly Cardone, decide di lasciare il marito e rimane vittima di un incidente stradale; Marlene (Laura Calcaterra), la spasimante di Piero, ne combina di tutti i colori; il reumatologo Gambarotta (Salvo La Rosa) si prodiga per guarire il mal di schiena che ha impedito a Piero di partecipare alla prevista cena mentre l’altro impiegato dell’ufficio imposte Cavallo (Aldo Dinolfo) dovrebbe aiutare Abate a scovare l’amante della moglie ma sembra più interessato a svolgere un accertamento fiscale nei suoi confronti; e ancora, Franco Giusti (Luigi Spitaleri), amico di Piero, cerca di dargli una mano “a modo suo” nel districarsi tra le mille vicissitudini.
Un susseguirsi di divertenti gags che, senza soluzione di continuità, rendono fluido e sostenuto il ritmo della pièce che sembra, ma soltanto in apparenza, concludersi con una rivalutazione della figura del “cretino”.