Erano stati condannati per associazione mafiosa, ma beneficiavano del reddito di cittadinanza. Nel corso delle indagini condotte dalle fiamme gialle, sono state vagliate le posizioni di numerosi condannati con sentenze passate in giudicato per reati di mafia, al fine di verificare la legittimità delle istanze inoltrate.
Dalle indagini è stato appurato che parte dei percettori o dei componenti del nucleo familiare, riconosciuti quali affiliati alle consorterie criminali, risultavano aver richiesto e ottenuto il sussidio di cittadinanza in mancanza dei requisiti previsti dal provvedimento normativo. Altri avevano omesso di fornire informazioni utili per la corretta determinazione dell’ammontare del beneficio.
L’inchiesta è stata denominata Brick e testimonia l’approccio multidisciplinare e trasversale dell’azione sviluppata dalle attività di servizio della finanza. Già nei giorni scorsi, infatti, con l’operazione Inside, il comando provinciale della finanza di Enna aveva provveduto ad effettuare l’analisi della posizione di numerosi “imprenditori agricoli” che, in assenza dei requisiti di legge, beneficiavano del sussidio.
Al termine degli accertamenti sono state denunciate 36 persone e sono state avviate le procedure di recupero del beneficio con relativa restituzione degli indebiti, sin qui quantificati in 200 mila euro circa.