Il giornalista Rino Giacalone è stato condannato per diffamazione. Proprio su questo argomento martedì prossimo 21 gennaio alle 11.30 nella sala stampa di palazzo dei Normanni a Palermo si terrà una conferenza stampa congiunta di Claudio Fava, presidente della commissione antimafia e di Beppe GIulietti, presidente della federazione nazionale.
Tema dell’incontro saranno le valutazioni e la preoccupazione dopo la condanna per diffamazione del giornalista Rino Giacalone. Giacalone è stato condannato dalla corte di appello di Palermo per aver definito il boss di Cosa nostra di Mazara del Vallo, Mariano Agate, deceduto, “un pezzo di m**”
Anche il sindacato dei giornalisti, Fnsi, insieme con Libera e Articolo21 esprime enormi perplessità per la condanna. Per questo motivo stanno organizzando un incontro per rinnovare, anche in vista dell’udienza ormai imminente della corte costituzionale, l’esigenza di ridefinire integralmente la fattispecie di diffamazione a mezzo stampa, risalente all’epoca fascista.
Giacalone è stato condannato dai giudici della corte d’appello di Palermo ad una pena pecuniaria di 600 euro oltre che al pagamento di tutte le spese dei gradi di giudizio. “Rispettiamo la sentenza della corte d’appello di Palermo – spiega in una nota la Federazione nazionale della stampa italiana – come ogni altra pronuncia dell’autorità giudiziaria. Non possiamo non segnalare, tuttavia, come questa decisione desti enormi perplessità. Come ebbe ad osservare il giudice di primo grado, appare evidente l’intento pedagogico e tutt’altro che diffamatorio che connota la sineddoche provocatoriamente utilizzata da Rino Giacalone.
I legali del collegio difensivo del blogger trapanese (Domenico Grassa, Enza Rando, Carmelo Miceli, Giulio Vasaturo) hanno già anticipato la loro volontà di impugnare anche questa decisione, non appena ne saranno rese note le motivazioni. “Se necessario, siamo pronti a ricorrere sino alla Corte europea dei diritti umani”, spiegano gli avvocati.