Ragusa: confermata la condanna a 30 anni per Veronica Panarello

Si chiude la triste pagina dell’omicidio di Loris Stival, il ragazzino trovato mordo in un canalone a Santa Croce Camerina nel ragusano il 29 novembre del 2014. Per il suo omicidio la Cassazione ha confermato la condanna a 30 anni di reclusione per la madre, Veronica Panarello.

A deciderlo è stata la prima sezione penale della Cassazione, presieduta da Adriano Iasillo che ha dichiarato inammissibile il ricorso dell’imputata, attualmente detenuta nel carcere a Torino.

La sentenza di condanna era stata pronunciata dalla corte d’assise d’appello di Catania a luglio del 2018. Veronica Panarello era già stata condannata a 30 anni dal Gup di Ragusa per l’omicidio e l’occultamento di cadavere del figlioletto, del quale denunciò la scomparsa il 29 novembre 2014 e che venne ritrovato morto dopo qualche ora in un canale.

“La giustizia oggi – commenta l’avvocato di Davide Stival, padre di Loris – mette un punto definitivo su questa tragica e drammatica vicenda: è stata la madre a uccidere Loris. Bisogna adesso pensare al futuro”.

E già l’avvocato di Veronica Panarello, Francesco Villardita, preannuncia che se ci saranno elementi per la revisione “faremo istanza”.

Nei confronti di Veronica Panarello sono in corso altri due processi. Il 26 novembre dovrà apparire davanti al tribunale di Ragusa per calunnia nei confronti dell’ex suocero Andrea Stival che la donna aveva accusato di essere l’autore materiale del delitto. Secondo lei l’uomo avrebbe ucciso il nipote perché Loris voleva rivelare al padre una presunta relazione tra il nonno e la madre stessa.

Il secondo procedimento è in programma il 24 gennaio al tribunale monocratico di Catania e riguarda le minacce di morte che Panarello ha rivolto all’ex suocero a conclusione della lettura della sentenza con cui la corte d’assise d’appello di Catania confermava quella di primo grado emessa dal gup di Ragusa per il delitto commesso il 29 novembre 2014 a Santa Croce Camerina.