Palermo: ex poliziotto Ceraolo indagato per falsa testimonianza al pm
Antoci “era una delle audizioni chiave di Fava. Sono addolorato”
“Era una delle audizioni chiave di Fava quella dell’ex poliziotto Mario Ceraolo oggi indagato per falsa testimonianza al pubblico ministero. Sono addolorato – dice Giuseppe Antoci, ex presidente del parco dei Nebrodi”.
Dopo la relazione della commissione regionale antimafia siciliana, presieduta da Claudio Fava sul presunto attentato all’ex presidente del parco dei Nebrodi a maggio del 2016, arriva oggi la notizia sul fronte giudiziario che riguarda l’ex poliziotto, oggi in pensione, Mario Ceraolo.
Secondo quanto rende noto lo stesso Antoci, Ceraolo sarebbe indagato dalla procura di Messina per falsa testimonianza al pm per fatti e circostanze verosimilmente riferite sull’attentato ad Antoci. “Fatti in ordine ai quali – commenta Antoci – la commissione regionale antimafia, presieduta da Claudio Fava, ha da poco concluso la sua relazione.
Parte fondamentale di tale relazione – continua l’ex presidente del parco dei Nebrodi – sono proprio le audizioni di Ceraolo che aveva posto, con argomentazioni già poco convincenti, tutta una serie di dubbi sulle dinamiche degli accadimenti.
Apprendo che Ceraolo – dichiara Antoci – più volte richiamato nella relazione della commissione quasi a diventarne il protagonista, è indagato dalla procura di Messina proprio per falsa testimonianza al pm, per quanto riferito sull’attentato che ha colpito me e gli uomini della mia scorta quella notte. Non riesco a trovare le parole per esternare il mio imbarazzo su una vicenda diventata paradossale e che ha generato confusione e sconforto nella società civile che vedo, ogni giorno di più, indignata per quello che sta accadendo”.
Sempre Antoci rende noto in un comunicato stampa che il sindacato italiano appartenenti polizia ha deciso di costituirsi a tutela dei poliziotti della scorta di Antoci e lo farà in tutte le sedi civili e penali. “Un segnale forte contro chi sta cercando di offendere il lavoro di magistratura e forze dell’ordine e verso chi, magari indotto in errore, avrebbe dovuto meglio indirizzarne le azioni. Una presa di posizione, quella del sindacato di polizia, che esalta lo stato di stupore e delusione che attraversa l’opinione pubblica e la forte riconoscenza nei confronti di quei poliziotti che quella notte, con coraggio, mi salvarono la vita”.
“E che dire della conferenza stampa di oggi? – si chiede Antoci – Ho ascoltato alcune cose assolutamente contrarie alla verità degli accertamenti e delle carte, come ad esempio:
- a) dopo l’attentato non sarebbe stata avvisata la centrale operativa: assolutamente falso, ci sono le telefonate registrate della centrale operativa pochissimi minuti dopo l’attentato e i tabulati depositati dalla Procura. Perché affermare il falso?
- b) Il sindaco di Cesarò quella sera non era preoccupato: come si fa ad affermare questo dopo che è stato depositato agli atti della Commissione l’interrogatorio della magistratura fatta proprio al Sindaco Calì? A titolo di esempio si riportano le parole del Sindaco Calì contenute nell’interrogatorio agli atti della DDA di Messina e consegnato alla Commissione: pag 7… domanda: “Ma si spaventava lei addirittura di omicidio?” Risposta Calì: Ma io… si, di omicidio, Calaciura è stato ucciso e ancora non sappiamo niente, nel 92. Nel 2000 è stato ucciso Savoca, è stato ucciso Caputi…” pag 34 …”questa sera non mi sta piacendo questa situazione…”……”Temevo qualcosa di brutto”… pag 40: domanda: “Quindi lo ritiene un attentato di mafia?” Risposta Calì: “Si, si, l’ho detto che è un attentato di mafia, sicuro sicuro. Per me è un attentato di mafia” pag 49 domanda: “Quindi sto segnale che dice Manganaro, lei cosa gli ha detto?” Risposta Calì: “Gliel’ho detto al Comune… non mi piace stasera questa situazione, c’è qualcosa che non va”.
- c) Se Ceraolo avesse dichiarato il falso sarebbe certamente stato indagato: che valenza hanno queste dichiarazioni adesso che si scopre che il Ceraolo risulta indagato per falsa testimonianza per dichiarazioni rese al Pubblico Ministero?
“Insomma – conclude Antoci – meglio ritornare al silenzio; del resto, se è vero come è vero che la Sicilia è anche terra di mafia, non ci si può certamente dimenticare che lo è anche di paradossi e maschere pirandelliane. E intanto cosa nostra se la ride vedendo tutto ciò. Io, invece, purtroppo, continuo a pensare a quella notte e non smetterò mai di ringraziare e difendere la Polizia di Stato che mi ha salvato la vita. Fava deluso dalle mie reazioni? Alla luce di tutto ciò sono io ad essere addolorato”.