Milazzo (Me): inaugurato l’anno scolastico al Majorana

Ogni volta per me è una grandissima emozione condividere questo momento con voi e, forse, quest’anno ancor di più…” in questa semplice e commossa frase il dirigente scolastico prof. Stello Vadalà è riuscito a sintetizzare il sentimento comune e il forte senso di appartenenza delle oltre millecinquecento persone che hanno gremito sabato mattina il duomo antico di Santo Stefano in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico 2019-‘20 dell’Istituto Tecnico Tecnologico Majorana di Milazzo.

La celebrazione Eucaristica, officiata da padre Giovanni Saccà, docente dell’istituto mamertino, è stata un alto momento di spiritualità dedicata anche alla memoria degli alunni dell’Istituto scomparsi negli ultimi due anni.

Atos, Antonio e Claudio non sono più con noi, sono fiori recisi troppo prematuramente. E’questa la dolorosa consapevolezza che si legge negli occhi dei loro genitori presenti all’evento, dei professori, del personale ATA e degli alunni presenti.

Sono stati lutti che hanno lasciato un profondo segno nell’animo degli allievi e di tutta la comunità educante, come ha dimostrato ammirevole compostezza fatta di occhi bassi, raccolti in una sentita preghiera per chi non c’è più tra noi, compagni, amici ed allievi che, per malattia o per incidenti stradali, non sono più a studiare, a ridere, a scherzare o anche solo a condividere la semplice quotidianità.

Sono stati numerosi i piccoli segni che li hanno fatti riviveredurante la celebrazione: il cartellino identificativo di Claudio consegnato ai genitori, i palloncini bianchi posti sull’altare con i loro nomi scritti e, soprattutto il volto dei loro compagni di classe seduti sulle panche poste ai lati dell’altare, sguardi persi, commossi…

Durante la breve omelia l’officiante ha esortato i presenti in maniera forte e decisa a non lasciare scorrere inutilmente la vita, dono unico e prezioso, e soprattutto, a non sprecare gli anni scolastici perché sono una tappa fondamentale per lo sviluppo non solo culturale ma anche umano. Questo è un dovere non solo per sé stessi ma anche per i compagni che non ci sono più ma che vivranno sempre in noi, nel nostro ricordo, vinceranno le nostre vittorie e soffriranno con noi dei nostri rallentamenti.

Il coro dell’Istituto, egregiamente diretto da Criscione ha sottolineato con musica e canti la celebrazione che sicuramente ha lasciato un segno indelebile di commozione e di speranza nei cuori dei giovani uomini e donne presenti: speranza che la morte non prevarrà finché saremo vivi nel cuore di coloro che ci amano.

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