Gli ultimi dati emessi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze mostrano come nel mese di settembre 2013 ci sia stato un aumento delle partite iva in Italia. Si tratta di un lieve, ma significativo incremento rispetto allo stesso mese del 2012 (+0,7%) e che coinvolge anche le regioni del Sud Italia e la Sicilia, in particolar modo in un particolare settore, quello dei giochi. Nell’ambito dei giochi e delle scommesse l’aumento delle partite iva aperte è stato del 9,62% rispetto all’anno precedente e del 62,86% rispetto ad agosto 2013.
Quello dei giochi e delle scommesse è quindi anche in Sicilia un settore in cui si aprono nuove attività anche in questo periodo di crisi, ma che è sotto il mirino delle forze politiche, visto che per la nuova legge di stabilità sono stati presentati circa cento emendamenti che riguardano proprio il settore dei giochi. Ed ovviamente le proposte, come sempre più spesso accade in questi periodi, è quello di tassare maggiormente ogni settore.
Contro il settore dei giochi c’è in ballo una forte campagna mediatica, per cui questo ambito dell’economia sembra la vittima sacrificale adatta per un aumento della tassazione. Se è giusto che aumentino i controlli, i sistemi di sicurezza attivi e passivi, le distanze dai luoghi sensibili, la prevenzione e la cura delle ludopatie, aumentare la tassazione può invece portare in questo ambito, oltre a mettere in difficoltà le partite iva, anche ad aumenti dei fenomeni illegali, soprattutto se l’aumento della tassazione riguarderà i settori online del gioco.
In nessun altro luogo come in internet è infatti possibile fare concorrenza sleale alle attività che operano legalmente. Grazie alla tassazione attuale, giochi legali come il Blackjack online William Hill possono tranquillamente operare sul mercato italiano ed essere competitivi contro gli operatori illegali. Aumentare le tasse, in questo caso, significherebbe rendere più accattivanti le offerte dei siti illegali.
Gli emendamenti finora presentati mirano infatti ad aumentare il cosiddetto “Preu”, ossia il prelievo erariale unico, che può essere applicato sul totale delle somme giocate, sulle vincite o anche solo sul margine lordo del concessionario, vale a dire la differenza tra le somme giocate e quelle restituite ai giocatori sotto forma di vincita. Tra i vari emendamenti allo studio, uno riguarda il settore ippico, che potrebbe vedere aumentare il Preu dal 15% al 18%.
Insomma, anche in questo caso il governo si trova di fronte ad una coperta molto stretta e diventa difficile fare il calcolo dei costi/benefici. Basterebbe che le scelte non fossero indirizzate da campagne demagogiche, ma da visioni di lungo periodo