Bronte (Ct): danni al pistacchio per il vento, chiesta la calamità naturale

Il forte vento di questi giorni ha addirittura fatto cadere dalle piante la maggior parte del pistacchio a Bronte, nel catanese. Per questo l’amministrazione chiede la dichiarazione dello stato di calamità naturale.

“Questa volta la regione ci ascolti ed intervenga, è l’unica che può farlo – dichiara il sindaco Graziano Calanna – In questi casi non è il comune che deve intervenire e spero che Palermo accolga il nostro appello ed intervenga per salvare la produzione di pistacchio”.

Il sindaco di Bronte ha effettuato un sopralluogo con l’assessore Giuseppe Di Mulo fra gli irti pistacchieti di Bronte, invitati dai tantissimi produttori che hanno avuto l’amara sorpresa di trovare l’ancora piccolo pistacchio per terra, scrollato con furia dalle raffiche di vento.

A sentire i produttori, infatti, il vento è stato così forte da scuotere i rami e fargli perdere il frutto. “In alcune zone – prosegue il sindaco – le piante hanno perso anche il 70% del frutto che già era stato danneggiato in occasione delle grandinate di maggio.  Non immaginate quante telefonate e richieste di aiuto abbiamo ricevuto nell’arco della mattinata. A questo punto confidiamo che la Regione intervenga tutelando una delle produzioni agricole di eccellenza della Sicilia rinomata in tutto il mondo”.

Il sindaco e l’assessore di Bronte hanno inviato una lettera al presidente della regione, Nello Musumeci; all’assessore Edy Bandiera; al presidente della commissione Attività produttive dell’Ars, Orazio Ragusa; all’ispettorato dell’agricoltura e alla condotta agraria chiedendo lo stato di calamità naturale.

“Ad essere colpito è stato quasi tutto il territorio di Bronte – si legge nella nota – ma in particolare le contrade maggiormente danneggiate sono quelle di Passo Zingaro, Galluzzo, Quattro Miglia, Tre Miglia, Rivolita, Cipollazzo, Rizzonito, Rocca Tufano, Roccarello e Triporanello. econdo le prime stime effettuate, una considerevole percentuale della produzione è andata perduta.

Per i nostri produttori un danno incalcolabile, che solo in parte potrà essere risarcito attraverso le costose assicurazioni alle produzioni che solo alcuni hanno stipulato, poiché le Compagnie di assicurazione le stipulano a costi insostenibili”.

“Dipendesse dal Comune – conclude il sindaco – avremmo già attivato quanto necessario, ma è la Regione che deve verificare e fare i conti con l’attuale normativa. Ai produttori è giusto parlare chiaro. Questi sappiano però – conclude – che noi non lasceremo stare”.

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