Nuovo appuntamento con la stagione “Radici per restare” al teatro dei 3 mestieri a Messina. In scena il 25 e il 26 gennaio alle 21.00 con “Madri di guerra”, il racconto universale del rapporto fra madre e figlia.
Saliranno sul palco di via Roccamotore le attrici Antonella Caldarella (che è anche regista e autrice del testo) e Valeria La Bua.
“Uno spettacolo intimo e profondo – descrive Antonella Caldarella lo spettacolo – e se può sembrare anacronistico proporre un teatro denso di emozioni, a mio avviso è un teatro necessario perché in questo momento di alterazione della realtà, dove non si comprende più cosa sia vero e cosa sia virtuale, è necessario far conoscere storie di eroi veri che combattono guerre vere perché credono veramente in qualcosa.
Maria Grazia Cutuli è morta per qualcosa in cui credeva – prosegue – come sono morti centinaia di siciliani, raccontare serve a far nascere il desiderio di vivere per credere e avere speranza”.
“Madri di Guerra” è nato tanti anni fa. Aspettavo mio figlio quando sono rimasta molto colpita dalla morte della giovane Maria Grazia Cutuli. Se ne parlò per molto tempo ed io non facevo che pensare alla sua storia e a sua madre. Così un giorno decisi di scrivere un testo che parlasse di due donne e della Guerra.
Per scriverlo mi sono un po’ documentata su internet riguardo chi fosse Maria Grazia; su sua madre invece non avevo dubbi, nonostante non vi erano notizie, io sapevo chi era Agata.
Questo testo, tuttavia, non è la storia di questa giovane donna che è morta per la verità. La morte di Maria Grazia è rimasto come spunto iniziale per sviluppare un racconto più universale di una madre e di una figlia e del rapporto che li lega.
Non ho mai conosciuto questa giovane donna, né la famiglia, quindi non ci sono riferimenti certi, e se ci dovessero essere, saranno solo pure coincidenze. Per una serie di eventi, dopo 16 anni dalla sua scomparsa, ho deciso quest’anno di tirare fuori questo testo che tenevo conservato nel mio computer e di rappresentarlo.
Rileggendolo ho sentito che è un testo molto denso e se dapprima mi sembrava piuttosto scarno, invece mi sono accorta che andava bene così, ho fatto qualche aggiunta e poi ho iniziato a provarlo. Alcuni tasselli si sono inseriti in piena sintonia, la ricerca della giovane attrice, il giovane musicista che doveva fare il suo percorso di alternanza nel mio spazio teatrale così come la studentessa con la passione per la fotografia, gli scenografi e la costumista conosciuti da poco.
‘Madri di Guerra’ racconta di un legame tra una madre e una figlia, un legame forte, speciale, indissolubile che inizia prima della vita e continua dopo la morte; ma parla anche dei conflitti che viviamo ogni giorno nel nostro quotidiano, nella nostra casa, nei nostri rapporti, nella nostra terra che ci costringe ad emigrare. Parla soprattutto delle donne e del loro ruolo di madre, difficile e affascinante, ma anche del ruolo di figli, audaci e liberi.
Racconta della forza delle donne che vivono con coraggio e dignità.
Racconta di chi non si accontenta a vivere la quotidianità, ma vuole lottare per cambiare il mondo e renderlo migliore.
E racconta anche di quella guerre lontane dove la distruzione e la morte sono la quotidianità e quelle vicine che ci colgono di sorpresa e minacciano le nostre vite.
Parla della verità, così difficile da raccontare perché è sempre scomoda. Parla della fragilità e della forza.
E’ difficile per un’autore descrivere il proprio testo, si è già detto tutto li, non si trovano le parole adatte”.