All’alba di questa mattina agenti dei carabinieri del Reparto Operativo Speciale hanno effettuato 4 arresti per omicidio aggravato dal metodo mafioso.
Le indagini si sono avvalse anche del contributo di diversi collaboratori di giustizia e, attraverso mirate attività di riscontro, hanno permesso di ricostruite autori e moventi di quattro omicidi di mafia commessi nel territorio di Barcellona Pozzo di Gotto tra il 1997 e il 2001.
Due di questi omicidi erano già stati trattati in altri procedimenti, ma le indagini odierne hanno permesso di contestarli ad altri indiziati. In particolare stiamo parlando degli omicidi di : Giovanni Catalfamo, assassinato il 29 settembre del 1998; Domenico Tramontana, freddato il 4 giugno del 2001 a Barcellona; quello di Santino Bonomo scomparso con la “lupara bianca” il 12 dicembre del 1997 e l’omicidio di Stefano Oteri, ucciso a colpi d’arma da fuoco il 27 giugno del 1998 a Milazzo di fronte l’abitazione della sorella.
L’omicidio di Catalfamo viene contestato a Salvatore Micale in concorso con altri soggetti già giudicati per lo stesso reato. Catalfamo venne ucciso da killer, giunti a bordo di un’auto rubata, mentre tentava di sottrarsi al commando omicida rifugiandosi all’interno del complesso residenziale in cui abitava. Il movente dell’omicidio sarebbe da ricercarsi nell’intenzione da parte dell’organizzazioe mafisoa di inviare un avvertimento a chi esercitava l’attività di usura, cosa di cui sarebbe stata sospettata la vittima. Micale avrebbe avuto il compito di segnalare agli esecutori materiali il passaggio della vittima per dare il via al commando omicida.
Dell’omicidio di Domenico Tramontana, invece, si era parlato anche nel procedimento Gotha6, ma in quella sede il giudice aveva rigettato la richiesta di misura cautelare nei confronti di Giovanni Rao, esponente di vertice del sodalizio mafioso barcellonese. Ora è proprio a Rao che viene contestato l’omicidio, in qualità di mandante, alla luce delle dichiarazioni di nuovi collaboratori di giustizia e delle indagini deii Ros. L’omicidio Tramontana assunse una particolare valenza negli assetti della mafia barcellonese di quel periodo poiché la vittima faceva parte del direttivo dell’organizzazione mafiosa barcellonese, talchè la sua soppressione non poteva che essere decretata dai vertici del sodalizio. Alla base della decisione di far fuori Tramontana, la sua eccessiva intraprendenza e il fatto che pretendeva di espandere eccessivamente i propri profitti.
Fino ad oggi, invece, gli altri due delitti erano rimasti senza colpevoli. L’omicidio di Santino Bonomo è contestato ad Antonino Calderone, in concorso con altri. Bonomo sarebbe stato assassinato, su decisione dell’allora vertice della famiglia mafiosa barcellonese, perché commetteva furti senza la preventiva autorizzazione del clan, mettendo in crisi di fatto il tradizionale controllo del territorio da parte dell’organizzazione mafiosa.
La vittima sarebbe stata attirata in un’area isolata alla periferia di Barcellona con il pretesto di compiere alcuni furti e qui soppressa a colpi d’arma da fuoco. Il suo cadavere sarebbe stato poi nascosto e non è mai stato ritrovato.
Il quarto omicidio, quello di Stefano Oteri, infine, viene contestato a Sebastiano Puliafito, ex agente di polizia penitenziaria. Secondo la ricostruzione dei collaboratori, il movene sarebbe da attribuire al comportamento della vittima, che si sarebbe atteggiata a boss nella zona di Milazzo, entrando in contrasto propiro con Puliafito che avrebbe rappresentato invece il gruppo criminale barcellonese in quella zona.