Sono ben undici le persone arrestate questa mattina nel corso dell’operazione antimafia coordinata dalle direzioni distrettuali antimafia di Roma e Caltanissetta nei confronti di Cosa nostra, in particolare della famiglia mafiosa di Gela, nella sua articolazione territoriale del clan Rinzivillo.
Più di cento agenti del comando provinciale della guardia di finanza di Roma e della questura nissena hanno eseguito, in Germania e in Italia, 11 ordinanze di custodia cautelare.
I destinatari delle misure sono: Salvatore Rinzivillo, 58 anni, attualmente in carcere; Giandomenico D’Ambra, ai domiciliari attualmente; Marco Lazzari, 48 anni; Cristiano Petrone, 45 anni, entrambi attualmente in carcere; Riccardo Ferracane, 62 anni; Giuseppe Cassaro, 48 anni; Nicola Guerli, 36 anni; Salvatore Gueli, 43 anni e Gabriele Spiteri, 45 anni. Sono ancora in corso le ricerche di un ulteriore soggetto.
Tutti, tranne Lazzari, Petrone e D’Ambra, sono indagati per aver fatto parte di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga tra Germania, Roma e Sicilia.
In particolare, gli inquirenti hanno ricostruito gli affari illeciti del gruppo criminale gestito da una cellula operante in Germania. Cellula che Rinzivillo aveva affidato al suo luogotenente Martorana.
Sono emersi anche contatti con criminali turchi e con la ‘ndrangheta reggina tra cui Antonio Strangio all’epoca latitante all’estero e catturato nel 2017 nei pressi di Duisburg.
Lazzari e Petrone, appartenenti ale istituzioni, sono accusati di concorso in corruzione, talora aggravati dall’agevolazione mafiosa. I due avrebbero messo a disposizione di Rinzivillo e Martorana notizie contenute nella banca dati SDI e in alcuni documenti cartacei e di aver cercato di corrompere forze dell’ordine in servizio in alcuni aeroporti italiani a cui promettevano denaro in cambio di omissione di controlli per facilitare l’esportazione in Russia della droga.
All’avvocato di Roma D’Ambra sono contestati indebiti accertamenti commissionati a Petrone per acquisire informazioni riservate su numerosi soggetti.
L’attività di oggi prosegue quella che alla fine del 2017 aveva portato all’arresto di ben 37 persone e al sequestro preventivo di beni per oltre 18 milioni di euro.