È stata prorogata fino al prossimo 6 gennaio 2019 la mostra “L’ultimo cavaliere Jedi” di Alfonso Siracusa Orlando, a cura di Dario Orphée presso il MeTe di Siculiana.
Contro le forze del male che imperversano nell’universo, entrano in soccorso della Repubblica i Jedi: misteriosi cavalieri armati di spada laser. Essi sono gli unici in grado utilizzare quel campo di energia pura chiamata “Forza”.
Alfonso Siracusa Orlando, in un’analogia fantascientifica, trasporta l’impianto culturale di Stars Wars nella biografia di un gesuita, Padre Vincenzo Basile. L’installazione, costruita su una base storica e rappresentata tramite oggetti di uso comune in site-specific, ripercorre la vita del missionario della compagnia di Gesù nei Balcani, perseguitato dai musulmani. Nel linguaggio dell’artista, gli eventi attraversati dal missionario vengono identificati a quelli dei personaggi di un film di fantascienza, creando smarrimento percettivo e integrandola in un ambientazione originale.
La sede del Museo#MeTe di Siculiana, dialoga infatti con l’opera mediante un gioco di luci tra interno ed esterno dei locali e tra alba e tramonto, e una disseminazione di simboli massonici. L’installazione è un continuum con l’opera intitolata “La Scala dei Turchi colpisce ancora” (2016), creata dallo stesso artista presso il Parco di Arte Contemporanea site-specific “White Wall | Scala dei Turchi” di Realmonte, a cura di Giuseppe Alletto.
L’installazione site-specific “L’ultimo cavaliere Jedi” (2018) di Alfonso Siracusa Orlando, svolta presso il MeTe di Siculiana (Ag), è articolata attraverso un percorso narrativo che coinvolge l’intera struttura espositiva. La mostra ha inizio da una stanza in cui, da una valigia, si snodano delle vesti che, sulla pavimentazione del MeTe, formano una doppia “S”, culminando in un’ulteriore stanza, ai piedi del manichino.
La lunga “sequenza tattile” di abiti in disuso donati dalle persone del luogo e utilizzati per eventi luttuosi, dai toni cromatici freddi, costruiscono un lungo percorso mistico: la perdita di identità e la ricerca del senso dell’esistenza.
Il fruitore, una volta trovatosi di fronte la scultura, osserva l’uomo nelle sue vesti oscure, armato di spada laser e avvolto, ai lati, da tendaggi “RAI UFO”: gli “schermi velati” (velo di Maya dei media) con quali Siracusa Orlando ha installato altre mostre e che ormai sono parte del suo linguaggio artistico e della sua ricerca ufologica.
Il manichino, imponente nella sua presenza, reca nella mano sinistra un breviario contente appunti scritti dallo stesso Basile, e nella mano destra una spada laser. Il tutto è accompagnato da un sibilo acuto, registrato dall’autore. La stanza è colma di palloncini neri riempiti o ad anidride carbonica o a elio.
Una citazione biografica è il manto nero in cui appare il profilo geografico dell’Europa, disegnata appositamente dall’autore senza i confini politici. Le stelle Swarovski che brillano rappresentano i punti in cui operò il gesuita, protagonista dell’installazione.
Su un drappeggio ricamato a mano negli anni cinquanta, invece, compare lo skyline di Siculiana sorvolato da un enorme UFO: una visione fantastica di Alfonso Siracusa Orlando, che riflette sul controllo delle masse da parte di società non terrestri.
Infine, all’esterno, le finestre della struttura del MeTe sono schermate da un’antica litografia di inizio ‘800, di proprietà del Museo.
Interessante è da notare che il ritratto del Basile, ritratto da Siracusa Orlando, sia incorniciato da simboli di tipo massonico. L’artista ha voluto rimarcare l’esoterismo degli elementi figurativi con una sequenza di otto immagini, in cui la croce si trasforma in spada laser.