Un quadrilatero in mano alla mafia. Il territorio compreso tra Sant’Agata di Militello, Alcara Li Fusi, Galati Mamertino e Rocca di Caprileone era gestito da 4 persone che operavano per conto del clan dei Batanesi di Tortorici (Me) e che sono state arrestate questa mattina dai carabinieri del comando provinciale di Messina.
Le accuse contestate sono: associazione di tipo mafioso, tentata estorsione, porto illegale di armi e anche spaccio di droga. I cancelli del carcere di Messina Gazzi si sono chiusi dietro la spalle di: Nicolino Gioitta, 50 anni di Alcara Li Fusi; Liborio Miletii, 53 anni di San Salvatore di Fitalia; Antonino Conti Mica, 40 anni di Tortorici e Gaetano Liuzzo Scorpo, 39 anni di San Salvatore di Fitalia. I quattro apparterrebbero al clan tortoriciano dei Batanesi, appellativo che deriva da una delle 72 borgate del centro nebroideo: Batana.
Il blitz scaturisce dalle indagini, coordinate dall’aggiunto Vito Di Giorgio, dai magistrati Angelo Cavallo e Fabrizio Monaco della Dda di Messina, avviate nel 2011 come costola della maxi operazione Gotha I. All’epoca emerse che i quattro arrestati avevano rapporti stabili con Salvatore Calcò Labruzzo, esponente di spicco del clan dei Mazzarroti, costola della famiglia mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto.
“Le indagini sono ancora in corso. La mafia non è soltanto a Barcellona – ha detto in conferenza stampa Vito Di Giorgio – e la nostra attenzione su quella zona resta alta”.
Secondo le indagini che si sono avvalse anche di intercettazioni, il gruppo si occupava della gestione della droga e delle estorsioni nel quadrilatero già indicato. Nel corso degli anni sono state due le ditte, entrambe catanesi, ad aver denunciato il tentativo di estorsione del gruppo mafioso. Una era impegnata nei lavori di rifacimento della strada provinciale e l’altra nella realizzazione dello stadio comunale di Rocca di Caprileone.
Nel corso dell’operazione, inoltre, altre cinque persone sono state indagate a piede libero.