Tortorici (Me): uomo ottiene la detenzione domicilare invece del carcere

Ha ottenuto il regime di detenzione domiciliare come pena alternativa al carcere e da qualche giorno ha anche avuto l’autorizzazione ad uscire da casa per espletare incombenze varie e gli sono state pure concesse le visite dei familiari. Un risultato ottenuto dall’avvocato Nunziatina Armeli Iapichino, legale di S.B., un quarantottenne originario di Tortorici e da qualche anno residente a Capo d’Orlando, nel messinese.

L’uomo dovrà scontare una condanna cumulativa ad un anno e sei mesi di reclusione e il pagamento di una multa di 1.100 euro. I reati erano stati commessi a Sant’Agata di Militello nel 2009 e a Caprileone nel 2012. Al termine della discussione dell’istanza presentata dall’avvocato Nunziatina Armeli Iapichino, la camera di consiglio del tribunale di sorveglianza di Messina, composta da Francesca Arrigo, Gemma Occhipinti, Mariarosa Magistro Contenta e Nicolina Rosi, ha disposto per l’uomo gli arresti domiciliari nell’abitazione che divide con la compagna a Capo d’Orlando.

Il condannato ha diversi precedenti penali per emissione di assegno senza provvista nel 1993, maltrattamenti e violazione degli obblighi di assistenza familiare commessi nel 1999, violazione degli obblighi di assistenza familiare nel 2000, nel 2003 e tra il 2012 e il 2013. Inoltre, nei suoi confronti risultano carichi pendenti alla procura di Patti per diversi reati.

Negli ultimi cinque anni, secondo l’informativa di PS della questura di Messina dello scorso 24 settembre, S.B. è stato fermato e controllato insieme ad altre persone con precedenti di polizia, ma nei suoi collegamenti non figurano legami con esponenti della criminalità organizzata. 

L’uomo, inoltre, è stato regolarmente assunto da una ditta locale il 24 febbraio del 2018, ma ancora non può rientrare al lavoro perché, essendo un autotrasportatore dovrebbe essere autorizzato a spostamenti su tutto il territorio nazionale, con possibilità di trasferte per più giorni consecutivi. L’uomo, inoltre, si è detto disponibile a svolgere l’affidamento in prova al servizio sociale. Per il momento, però, i giudici hanno deciso di applicare la più restrittiva misura degli arresti domiciliari.

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