È stato presentato a Taormina, nel messinese “Dalla terra alla storia” a palazzo Ciampoli, il volume di Paolo Matthiae. Alla manifestazione erano presenti Sebastiano Tusa, assessore regionale; Massimo Cultraro, archeologo; Mario Bolognari, sindaco di Taormina; Vera Greco, direttore del parco archeologico di Naxos-Taormina e il direttore di Naxoslegge Fulvia Toscano.
La storia, a volte, prima di poterla leggere nei libri bisogna scavarla. Tirarla fuori dalla sabbia, strato per strato. E se si cerca nel posto giusto la storia può anche cambiare. Ed è cambiata molto grazie alle scoperte archeologiche degli ultimi cinquant’anni raccontate da Paolo Matthiae, uno tra i massimi studiosi di orientalistica, nel volume “Dalla Terra alla Storia” presentato a palazzo Ciampoli nell’ambito della rassegna Naxoslegge.
L’incontro con l’autore organizzato in collaborazione con il parco archeologico di Naxos- Taormina si inserisce all’interno della sezione “Sguardi a Oriente”, coordinata da Tamako Sakiko Chemi, che mira ad ampliare l’orizzonte su civiltà “altre”, spesso sconosciute o incomprese. Dopo l’introduzione del sindaco di Taormina Mario Bolognari, del direttore del parco archeologico di Naxos-Taormina Vera Greco, e del direttore artistico di Naxoslegge Fulvia Toscano, l’autore ha rievocato le origini, gli sviluppi e i risultati di oltre cinquant’anni di scavi a Ebla che lo hanno portato a ricostruire non soltanto la storia di una antica città, ma anche di un’antica civiltà.
“L’archeologia è il fondamento per il recupero delle antiche civiltà– ha affermato Paolo Matthiae – soprattutto nelle città dell’area del vicino Oriente dove le testimonianze del passato si sono inabissate sotto le loro stesse rovine. Ma la scoperta archeologica in sé non è altro che un contributo, seppur primario e fondamentale, alla ricostruzione storica di un lontano passato”.
Insieme con l’autore Paolo Matthiae hanno dialogato Sebastiano Tusa, assessore regionale dei beni culturali e dell’identità siciliana, e Massimo Cultraro, archeologo e ricercatore del Cnr di Catania. Ha coordinato i lavori la giornalista di La Repubblica Palermo, Isabella Di Bartolo. “La storia – ha spiegato Sebastiano Tusa – si ricostruisce in due modi: leggendo le fonti e studiando i frammenti del passato. L’archeologia è una importante chiave di lettura delle antiche civiltà e se associata alla filologia, lo studio dei testi e delle iscrizioni, può contribuire alla ricostruzione dei fatti storici. E il lavoro di archeologo di Paolo Matthiae è una delle principali testimonianze”.
“Le tecnologie avanzate in uso oggi in archeologia –ha evidenziato Massimo Cultraro – ci permettono di riportare alla luce le testimonianze delle antiche civiltà non invadendo la normale vita di una comunità. Rispetto al passato, però, la grande crisi economica, unita alla situazione geopolitica del vicino Oriente, hanno ridimensionato le grandi campagne di scavo che l’Italia gestiva all’estero favorendo le missioni archeologiche in patria”.
La presentazione del volume “Dalla Terra alla Storia” di Paolo Matthiae si inserisce nell’ambito delle iniziative messe in campo da Naxoslegge e dal Parco archeologico di Naxos-Taormina. “Custodire la bellezza – ha detto Vera Greco – è il compito che insieme a Naxoslegge cerchiamo di portare avanti con tante iniziative sul territorio. Per la presentazione del libro di Paolo Matthiae abbiamo scelto Palazzo Ciampoli per sottolineare il legame e la continuità tra Naxos e Taormina. Il Parco si propone come un hotspot culturale che partendo dall’archeologia e passando per iniziative come questa cerca di attrarre un pubblico sempre più vasto e stratificato dai 0 ai 99 anni e oltre, con particolare riferimento agli abitanti. Devono essere i cittadini di Giardini Naxos, di Taormina e dell’intero comprensorio per primi a prendere coscienza del vasto patrimonio culturale che possiedono e diventare alfieri di conoscenza verso gli altri”.
“Naxoslegge in trasferta a Taormina – ha spiegato Fulvia Toscano – con un incontro che si inserisce nella sezione “Sguardi ad Oriente”, una finestra che quest’anno abbiamo voluto dedicare alla Siria e alle regioni del vicino Oriente, proprio per sottolineare il legame tra il tema scelto per questa VIII edizione che è quello di custodire la bellezza e l’anima dei luoghi”.