Si parla tanto da molti anni della realizzazione del ponte sullo stretto di Messina. Un’opera che a molti piacerebbe e a molti altri no. Ventimila anni fa, però, l’homo sapiens avrebbe attraversato lo stretto grazie a una sella di roccia, prima sommersa nelle acque fra Scilla e Cariddi, che emerse in quel periodo per consentire il passaggio dell’Homo sapiens dal continente in Sicilia.
Un’occasione unica per i nostri antenati che con le piroghe mai avrebbero potuto attraversare quel tratto di mare le cui correnti, all’epoca, erano quattro volte più violente di oggi. La riceca è stata fatta da un team internazionale di scienziati coordinati dall’Enea che hanno presentato proprio oggi i risultati della ricerca a Roma.
Lo studio, durato due anni, ha impegnato, con l’Enea, ricercatori del Max Planck Planck Institute, dell’Australian National University di Canberra, e di numerose istituzioni scientifiche italiane fra cui Cnr, Ispra, e le Universita’ Palermo, Roma La Sapienza, Napoli, Messina, e Trieste. I risultati della ricerca multidisciplinare documentano come, nel corso dell’ultima glaciazione, il mare, in quel tratto fra la Calabria e la Sicilia, si sia abbassato fino a creare un ponte.