L’arte contemporanea incontra le testimonianze di un tempo passato. È stata inaugurata al Parco archeologico di Naxos la mostra di Giuseppe Agnello “Arcadio. Terre in moto”.
Quindici installazioni che ricreano figure umane e vegetazione riuscendo a cristallizzare in ogni opera il trauma del momento in cui gli esuli incontrano per la prima volta nel 734 a. c. la terra di Naxos.
L’esposizione – curata da Alessandro Pinto e promossa dall’assessorato regionale dei beni culturali e dell’identità siciliana, dal parco archeologico Naxos Taormina e da Civita Sicilia – vuole raccontare a quasi tre mila anni di distanza questo punto di cesura nella storia: quando la cultura greca arcaica si incontra e scontra con un’altra civiltà. Ieri come oggi, da Calcide Eubea come dalla Libia, gruppi di persone partono per viaggi di non ritorno con la speranza di trovare una nuova terra e iniziare una nuova vita. Lo scultore indaga questo trauma, attraverso la storia e l’archeologia, utilizzando un linguaggio che trascende quello scientifico e verte invece sulle sensazioni e suggestioni dettate dal Parco archeologico di Naxos.
“È stata una sfida confrontarmi con un ambiente carico di storia – racconta Giuseppe Agnello – Naxos, la prima colonia greca di Sicilia, fondata da uomini costretti a fuggire dalla loro patria non può che riportarci alla situazione che stiamo vivendo oggi. “Terre in moto”, il titolo della mostra, vuole sottolineare proprio questo movimento continuo dell’uomo e della natura”.
L ’artista scava tra le rovine e nella storia di Naxos fino a scorgerne gli archetipi elementari che fonde in forme nuove e universali raccontandoci un evento lontano ma non passato fatto di uomini, di terra e di natura.
Alla presentazione dell’esposizione, che rimarrà fruibile al pubblico fino al 4 novembre, oltre all’artista Giuseppe Agnello e al curatore della mostra Alessandro Pinto, sono intervenuti l’assessore regionale dei beni culturali e dell’identità siciliana, Sebastiano Tusa, e il direttore dal parco archeologico Naxos Taormina, Vera Greco. Presenti anche il sindaco di Taormina, Mario Bolognari, e il vicesindaco di Francavilla di Sicilia, Carmelo Magaraci, per sottolineare la connessione tra il parco archeologico di Naxos Taormina e il territorio. Assente per motivi istituzionali il sindaco di Giardini Naxos, Nello Lo Turco.
“L’arte contemporanea sta entrando prepotentemente nei musei e nelle aree archeologiche monumentali – afferma l’assessore Sebastiano Tusa – È un modo per attrarre il pubblico e arricchire l’esperienza dei visitatori. Inoltre, il confronto tra antico e moderno può essere utile per una migliore valorizzazione e comprensione del manufatto antico. Nello specifico, le opere del maestro Agnello reinterpretano l’antico in chiave moderna mostrandoci il legame tra natura, uomo e cultura in quella che è stata la prima colonia greca di Sicilia. Gli spostamenti di popoli in ambito mediterraneo sono oggi un fenomeno molto dibattuto, l’arte può contribuire a vedere le migrazioni in chiave diacronica e a presentarli come una risorsa”.
“La prima mostra di scultura contemporanea al parco archeologico di Naxos – spiega il direttore Vera Greco – vuole avvicinare l’uomo contemporaneo alla memoria del suo passato. E per farlo abbiamo scelto un artista che utilizza un linguaggio semplice come può essere quello figurativo, ma intriso di significati profondi ed archetipi che inducono a molteplici riflessioni sull’uomo e sul suo eterno peregrinare a partire dalle migrazioni dei popoli greci che hanno dato il via a Naxos e a Taormina. Un percorso espositivo scandito da quindici installazioni site-specific, pensate e realizzate per essere esposte al Parco archeologico di Naxos”.