Debutto tra grandi applausi questa sera per la commedia I Cavalieri di Aristofane in scena al teatro greco di Siracusa. Lo spettacolo diretto da Giampiero Solari ha conquistato il pubblico del Teatro greco di Siracusa grazie a una messa in scena graffiante e divertente per un’opera di grandissima.
I Cavalieri, che sarà in scena fino a domenica 8 luglio, è la quarta delle sei produzioni inserite dalla Fondazione Inda nel calendario del 54° Festival al Teatro greco di Siracusa, la stagione più lunga di sempre nella storia dell’Istituto nazionale del dramma antico.
Diretto da Solari, maestro di molti dei più apprezzati e noti comici italiani, sul palco del Teatro greco si è esibito un cast composto da interpreti di riferimento per il genere comico nel teatro e nel cinema italiano come Francesco Pannofino (il salsicciaio), Antonio Catania (Demo), Gigio Alberti (Paflagone), Giovanni Esposito (Demostene), Sergio Mancinelli (Nicia) e Roy Paci, l’eclettico musicista e compositore siciliano, per la prima volta sul palco del Teatro Greco della “sua” Siracusa, che oltre a curare le musiche dello spettacolo interpreta il ruolo del corifeo.
Il coro è invece formato dagli allievi dell’Accademia d’arte del dramma antico e da Simonetta Cartia. La traduzione del testo di Aristofane è di Olimpia Imperio, l’adattamento drammaturgico di Riccardo Favaro e Pablo Solari, le scene e il disegno luci di Angelo Linzalata, i costumi ispirati ai fumetti e ai pupi siciliani pensati da Daniela Cernigliaro con i cavalieri che indossano dei coturni e delle originalissime maschere, le coreografie di Lara Guidetti, il coordinamento del coro di Simonetta Cartia mentre regista assistente è Paola Galassi.
“Sono passati duemila e cinquecento anni da quando Aristofane, armato di ironia e maestria teatrale, si permetteva di prendere in giro i politici del suo tempo – ha spiegato Solari -, che al posto di esprimere l’essere umano nel suo massimo splendore intellettuale, erano dei gretti, beceri esseri grotteschi, che si affannavano in una sgangherata corsa al potere, vanitosi della propria ignoranza. E proprio oggi, contrariamente ad ogni “razionale previsione e mistica preveggenza”, le parole di Aristofane sono più che mai necessarie; la natura dell’essere umano non è cambiata, e l’attuale situazione politica è tornata ad essere la stessa comicamente volgare, intrisa di demagogia e populismo, raccontata in questa commedia”.