Sei persone sono state arrestate questa mattina dai carabinieri del nucleo investigativo di Monreale, nel palermitano, accusati di associazione di tipo mafioso ed estorsione aggravata. Gli arresti sono stati disposti dal gip di Palermo che ha accolto le richieste della procura distrettuale antimafia.
I sei arrestati fanno parte del vertice del mandamento mafioso di Monreale. Un’altra operazione che arriva dopo qualle di due anni fa ad ottobre.
Le indagini hanno documentato due tentate estorsioni nel territorio palermitano di Monreale. I mafiosi chiedevano somme tra i 2.500 e i 3.000 euro a due ditte edili per ogni appartamento realizzato. Uno dei cantieri stava lavorando alla realizzazione di ben 18 appartamenti.
La tentata estorsione, invece, consisteva anche nell’affidamento a due ditte “amiche” per la realizzazione di impianti elettrici e idrici. Le manette sono scattate ai polsi di Sergio Damiani, già in carcere dal 2016, il “papa”, il capo della famiglia di Monreale; Salvatore Lupo, Girolamo Spina di San Giuseppe; Salvatore Billetta, Antonino Alamia. Tutti erano in carcere. L’unico indagato libero era Antonino sciortino, nuovo estortore del mandamento. La cassa della amiglia mafiosa di San Giuseppe jato veniva gestita da Antonino Alamia, barbiere.
Sergio Damiani, panettiere, invece, era atteso dai suoi uomini alla scarcerazione. Era lui il capo designato di Monreale per il carisma. Era tornato in carcere nel 2016, ma era comunque lui il nuovo capo. “L’unico Papa che ci può essere è Sergio” dicevano gli affiliati.
Damiani, inoltre, ha dato l’assenzo a mandare un avvertimento ad un piccolo ladro che era autore di diversi furti sul territorio. Al ragazzo vennero inviati dei proiettili e da quel momento non rubò più.