Beni per un valore di 20 milioni di euro sono stati confiscati a Pietro Funaro, imprenditore attivo nel settore degli appalti pubblici in Sicilia, colluso con esponenti di famiglie mafiose dell’isola.
Oggi i finanzieri di Trapani e gli agenti di polizia della divisione anticrimine hanno eseguito il provvedimento disposto dal questore di Trapani.
I beni confiscati erano stati precedentemente sequestrati. Si tratta di diversi beni immobili, autovetture, un’imbarcazione, diversi conti correnti e società. Funaro, 57 anni, è ritenuto imprenditore colluso con la criminalità organizzata.
Le indaginih anno evidenziato la vocazione imprenditoriale di Cosa nostra e il suo perdurante potere che, travalicando i confini della provincia di Trapani, ha interessato gran parte del territorio regionale attraverso la costituzione di un reticolo imprenditoriale per il condizionamento illecito della fase di aggiudicazione e gestione dei lavori e forniture concernenti la realizzazione di opere pubbliche appaltate.
Gli elementi indiziari raccolti dagli investigatori si sono fondati sull’esito di un complesso di investigazioni svolte da vari organi di polizia giudiziaria, tra la seconda metà degli anni ’90 e il più recente periodo e, in particolare, hanno rilevato le informative di reato “Progetto Mafia- appalti Trapani fase III” del 2007, “Progetto Mafia appalti I” del 2004, nonché le operazioni “mafia appalti fase I” e “Mafia appalti fase II e fase III.