“Tra rimozione e rimorso. Come gli italiani hanno pensato l’Etiopia” e “Lo scrigno africano. La memoria fotografica della guerra d’Etiopia custodita dalle famiglie italiane”. Sono questi i titoli dei due libri che saranno presentati domani mattina alle 10.30 nel salone della società liberale di mutuo soccorso di Galati Mamertino, scritti a più mani, curati da Mario Bolognari.
“Tra rimozione e rimorso” ospita i contributi di Samuela Argirò, Antonio Baglio, Mario Bolognari, Matteo Dominioni, Fabio Fichera, Hanna Getachew Amare, Mauro Francesco Minervino, Corradina Polto, Grazianno Savà. Nel libro nove saggi per nove prospettive diverse che partono dalla storia degli studi italiani in Etiopia (geografici, storici, antropologici, linguistici e letterari). Il volume ha tre obiettivi: fornire strumenti di formazione e un metodo di interpretazione lontano da stereotipi e da pregiudizi, soprattutto per i giovani che intendano accostarsi agli studi dei fatti della storia e della società nella loro complessità. Contrastare un certo male degli studi italiani che tendono a gerarchizzarsi e a parcellizzarsi, rifiutando la comunicazione tra settori scientifico-disciplinari diversi. Il terzo è un obiettivo di politica culturale: ragionare sull’identità italiana affrontando anche gli aspetti imbarazzanti della storia. L’Italia ha per lunghi anni rimosso la questione coloniale e razziale, probabilmente sentendo nel profondo della sua identità il rimorso di ciò che era stato.
“Lo scrigno africano” contiene saggi di Antonio Baglio, Mario Bolognani, Fabio Fichera, Roberta Melluso, MauroMinervino e Giovanna Monastero. Le famiglie italiane hanno custodito per tre quarti di secolo documenti personali che un padre, un nonno, uno zio hanno lasciato dentro una scatola, un baule, un cassetto. Sono lettere, diari, fogli matricolari, cartelle cliniche e tantissime fotografie. Erano reduci della guerra d’Africa e per essi la memoria è diventata un’ossessione, una gelosa forma di ritenzione di immagini, emozioni e rappresentazioni da conservare. Nel quadro della vasta opera che in tutta Italia diversi studiosi stanno portando avanti, di recupero e divulgazione di questo “scrigno africano”, vengono in questo volume proposte quattro collezioni private di altrettanti italiani che hanno vissuto l’esperienza coloniale da conquistatori, gettando uno sguardo su un mondo sconosciuto, rimasto, per alcuni versi, impenetrabile.