Al carcere di Messina Gazzi il Cepas, centro di prima accoglienza Savio ha promosso la realizzazione di un grande murales in un cortile interno del carcere. Un grande dipinto che inneggia alla speranza del cambiamento.
Il murales che rappresenta la storia del profeta Giona e della balena occupa quasi 500 metri quadrati del muro del cortile a cui si accede dal quarto cancello. Uscire da quel cancello che rappresenta la pancia della balena, è come varcare una porta verso la libertà.
L’incarico di realizzare l’opera è stato affidato al giovane writers messinese, ormai affermato anche oltre lo Stretto: “Nicolò Amato (Nessunettuno, il nome d’arte).
Per la realizzazione dell’opera il Cepas e Nicolò Amato si avvalgono della collaborazione della Gmg colori che ha messo a disposizione una parte di attrezzature e materiale. Per dipingere Giona e la balena sono necessari oltre 150 litri di colore per esterni dal bianco, al blu al nero.
Cinque ospiti della Casa circondariale sono impegnati volotariamente nella realizzazione dell’opera. Uno di essi con entusiasmo ha confessato “sto imparando perché presto esco e ho promesso a mio figlio che pitturerò la sua camera con i colori della Juventus e i volti dei giocatori juventini”.
L’opera sarà presentata ufficialmente durante una conferenza stampa, alla quale parteciperà il presidente del Tribunale di sorveglianza, Nicola Mazzamuto. Il Cepas con il suo presidente don Umberto Romeo e la coordinatrice dei volontari Lalla Lombardi, è presente all’interno del Carcere di Gazzi da circa 30 anni organizzando attività di risocializzazione e riscoperta delle emozioni come laboratori di teatro, genitorialità, uncinetto, scuola calcio, artigianato creativo e colloqui di orientamento e sostegno.