Attaccano di notte e con ferocia azzannando gli ovini che si trovano nei ricoveri notturni, anche nei pressi delle abitazioni. Non si fanno scrupoli i branchi di cani randagi che per tre volte nel giro di venti giorni hanno assalito l’azienda agricola di Massimo Fabio a Cesarò, nel messinese.
Nel corso dell’ultimo attacco del 25 febbraio scorso, i cani randagi hanno letteralmente massacrato 12 animali di cui sono state poi trovate le carcasse come documentato anche dai veterinari dell’Asp di Messina intervenuti in località Mezzalora e altri trenta ovini risultano dispersi.
Alcune impronte degli animali, probabilmente anche feriti gravemente, erano visibili sul terreno. Massimo Fabio, originario di Galati Mamertino e residente a Troina, è dall’inizio del mese di febbraio che cerca aiuto per risolvere l’incresciosa situazione.
I cani randagi hanno fatto branco e vivono nei boschi allo stato brado. Ormai sono diventati selvatici e potrebbero costituire un pericolo anche per le persone. Non è la prima volta che Massimo Fabio fa presente la situazione all’amministrazione comunale del centro nebroideo.
“L’unica iniziativa intrapresa – scrive in una lettera inviata al comune – è stata la constatazione il 9 febbraio del decesso di ovini a seguito di un precedente attacco di cani randagi. Con l’ultimo attacco si è avuto il decesso di decine di capi di ovini e l’attacco è avvenuto con particolare ferocia vicino ai ricoveri aziendali”.
Fabio ha scritto anche all’AUSL 5 chiedendo una conta ufficiale dei capi mancanti e al Prefetto di Messina affinché vengano intraprese tutte le azioni necessarie per risolvere la delicata situazione e per scongiurare ulteriori danni. “Bisogna porre rimedio subito alla situazione – sottolinea Massimo Fabio – perché il problema a mio avviso viene sottovalutato e non vorrei che un giorno una famiglia facesse una gita in montagna e venisse assalita da questi cani randagi. Non è stata solo la mia azienda a subire danni da attacchi di cani randagi. Fatti analoghi, anche se non denunciati, si sono verificati nei comuni di San Teodoro e Caronia.
Si sottovaluta anche il problema dei suini neri che vivono allo stato brado – aggiunge Fabio – Hanno zanne come i cinghiali e se, come è successo a me, ti capita di incontrarli per caso, se non hai un riparo vicino o un albero su cui salire, puoi essere ferito gravemente o anche ucciso”.