L’anno 2017 si era chiuso con le speranze di un nuovo riesame sulla vicenda forestale, un rinvio alle problematiche che dovevano essere studiate a fondo e una riforma del settore in campagna elettorale che dava nuove pulsazioni ad un sistema nuovo di gestione politica, dimenticando i vari Baccei, Crocetta e Cracolici.
Eravamo rimasti ad un rinvio al prossimo anno con speranze di stabilizzazione e/o allungamento di giornate per tutti. I lavoratori hanno voluto invertire il sistema politico, e giustamente il cambiamento ha anche bisogno di tempistica che purtroppo i lavoratori non possono permettersi.
Questa lunga attesa però ,dura da circa 40 anni e i Forestali annualmente assistono a cambi di legislatura e poltrone che non possono più tollerare, qualunque sia il colore di partito o meno. Bisogna capire, bisogna mettersi nei loro panni ma,bisogna invertire una rotta che alla fine stanca anche chi legge,ascolta e guarda.
Nonostante si ripresenti il problema, i sindacati stanno chiedendo e/o programmando una nuova rivisitazione del settore o meno, programmando una stabilizzazione a tempo,a gradi,a settore,a fascia o in qualsiasi altra tematica..
I lavoratori chiedono due soli contingenti e questa non è un’idea malvagia se non si può o non si vuole arrivare alla stabilizzazione. Tanti hanno dimenticato il motto “No OTI no voto”,e il “prima vedere cammello e poi uscire matita”, ma il lavoratore è questo, così come i sindacati che, al primo inciucio calano le braghe è tutto ritorna come prima. Ci siamo dimenticati che l’unione fa la forza, ma non la singola o quella degli altri.
Si riprendono i discorsi. Si riprendono i tour, i convegni, le riunioni e le stesse lagne, le stesse poesie di questi ultimi anni per non dire di sempre. Non cambia il sistema di gestire la cosa, proprio perché nessuno la vuole risolvere. Questo governo, può essere l’unico a farlo, ma non gradualmente perché si creerebbero dei conflitti interni con gli stessi operai che rivendicherebbero il “perché tu e non io” con tutti i problemi che gli stessi hanno tra graduatoria unica e qualifiche.
Rivedere e riprogrammare non serve, perché la situazione è chiara e lampante e non serve che, un sindacato si metta in luce rispetto all’altro, incontra Tizio e vanta Caio e parla con Caio e sparla Tizio, e affinché ognuno pensa di essere più scaltro dell’altro, la partita non si vince ma si perde annualmente e si complica sempre di più l’aspetto mediatico dei forestali agli occhi di chi gode lo spettacolo, anche dall’esterno..
Antonio David