Riceviamo e pubblichiamo
Sono anni che il sottoscritto Salvatore Tomarchio, insieme a tutti gli altri componenti della commissione al Patrimonio che presiedo, denuncia una situazione di estremo e pericoloso abbandono nella zona industriale del capoluogo etneo.
La presenza dell’associazione di imprese insediate nella zona industriale di Catania è un segnale fondamentale di partecipazione attiva che sta portando e porterà, nel lungo periodo, indubbi vantaggi collettivi in termini di strutture e servizi.
Il problema di fondo, però, è che non si può lasciare l’imprenditore quasi completamente solo a gestire emergenze di tale portata. In un’area vasta come una cittadina di medie dimensioni non c’è pubblica illuminazione, acqua corrente e strade in condizioni decenti.
Oggi l’intero sito deve fare i conti con vie-gruviera, sterpaglie e carenza di sicurezza. I primi interventi di quasi 130.000 euro, per rispondere all’emergenza idrica da parte dell’Irsap, può essere un segnale da tenere in considerazione ma se a questo non seguono ben altri tipi di lavori, dai costi molto più copiosi, il rischio è quello di vanificare i pochi interventi fatti finora. In sostanza, vanno beni i tavoli di dialogo, vanno bene i sopralluoghi e le sedute itineranti ma se non c’è una reale manifestazione comune di interessi, che si traduca in fondi e stanziamenti da investire, il rischio è quello di avere nuovamente la zona industriale in ginocchio al prossimo incendio o al prossimo periodo prolungato di piogge torrenziali.
Le emergenze e le carenze sono troppo evidenti e durano da troppi anni per cercare di nasconderle con i lavori spot. Per tutte queste ragioni il sottoscritto Salvatore Tomarchio, presidente della commissione al Patrimonio, chiede ai rappresentanti dell’Irsap Sicilia, delle forze imprenditoriali e del Comune di stabilire una tabella di marcia definitiva, dividere l’area in lotti di intervento ed investire così le poche risorse a disposizione in modo oculato ed efficiente.
Occorre attivarsi prima nei punti della zona industriale di Catania dov’è concretato il maggior numero di imprese e dov’è più copioso il viavai di mezzi e personale. Successivamente operare nelle zone secondarie dove il traffico di merci è meno cospicuo. Non solo, tenuto conto della partecipazione attiva dell’associazione di imprese insediate nella zona industriale si potrebbe valutare con loro la possibilità di affidargli la gestione di intere zone o strade, in cambio di agevolazioni e facilitazioni fiscali, nel contesto della loro manutenzione costante e del loro decoro.