Trentacinque persone arrestate per associazione mafiosa, estorsione, rapina, omicidio, detenzione di armi e munizionamento ed altri delitti aggravati dalle finalità mafiose. Si è conclusa così alle prime ore di oggi l’operazione Gotha 4 condotta in diverse località della provincia di Messina dai Carabinieri del Ros, del comando provinciale e della compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto, insieme a personale della polizia di stato della squadra mobile di Messina e del commissariato di Barcellona Pozzo di Gotto.
Le indagini hanno messo in luce l’instabilità di un sistema mafioso fortemente provato dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, Carmelo Bisognano, già capo dell’articolazione barcellonese dei Mazzaroti; Alfio Giuseppe Castro e Santo Gullo e il difficile tentativo di ripristinare un assetto organizzativo in grado di far fronte alle rinnovate esigenze di controllo del territorio e di realizzazione delle progettualità criminali, difficilmente conciliabili con l’assenza della maggior parte degli elementi apicali del sodalizio in quanto sottoposti al regime del carcere duro e con gli effetti delle penetranti misure patrimoniali di sequestro beni applicate nel frattempo. L’organizzazione criminale ha anche dovuto far fronte, per mesi, alle coperture necessarie a Filippo Barresi, considerato uno dei suoi capi ed organizzatori, pienamente attivo fino al momento del suo arresto avvenuto ad opera del commissariato di Barcellona Pozzo di Gotto lo scorso gennaio.
Determinanti per la conclusione dell’indagine sono state le denunce e le ammissioni di diversi imprenditori dell’hinterland barcellonese che hanno permesso di definire numerosi episodi estorsivi e di procedere all’arresto, a volte anche in flagranza di reato, di diversi esponenti mafiosi, contribuendo così ad indebolire le fondamenta del muro di omertà presente sul territorio.
Fra gli arrestati anche Salvatore Campisi, già finito in manette ad aprile del 2012 nell’ambito dell’indagine Mustra. Le sue successive dichiarazioni hanno fatto luce sugli assetti storici del sodalizio, la sua nuova organizzazione ed i reati commessi, consentendo di trarre indizi anche sui due tentati omicidi ai danni del capo mafia Carmelo Giambò, il 22 agosto del 2010 e il 3 marzo del 2011, nonché di chiarire altri fatti di mafia, fra cui l’omicidio di Ignazio Artino. Questo delitto sarebbe stato ordito ed eseguito dallo stesso Salvatore Campisi con la collaborazione di Carmelo Maio, in arte “Spillo” ed altri. Un omicidio, questo di Artino, fatto per rafforzare la posizione di Campisi nell’attività estorsiva.
Le indagini hanno messo in luce anche come il sodalizio criminale operava nel settore delle estorsioni nell’area di Barcellona. Ruolo di primo piano era svolto da Domenico Chiofalo.
Dall’indagine denominata “Gotha 4” emerge in sostanza uno scenario caratterizzato da una marcata instabilità degli equilibri criminali, nel cui ambito è stato possibile collocare anche i più recenti omicidi di Giovanni Isgrò, ritenuto vicino a Giovanni Perdichizzi prima ed a Lorenzo Mazzù dopo, e dello stesso Giovanni Perdichizzi.
GLI ARRESTATI
Le manette oggi sono scattate ai polsi di Francesco Aliberti, 60 anni; Salvatore Bucolo, 25 anni; Gianni Calderone, 30 anni; Alessandro Crisafulli, 31 anni; Carmelo Crisafulli, 23 anni; Elio D’Amico, 39 anni; Vito Vincenzo Gallo, 32 anni; Carmelo Giambò, 42 anni; Giuseppe Antonio Impalà, 50 anni; Antonino Mazzeo, 46 anni; Nunzio Fabio Mazzeo, 29 anni; Lorenzo Mazzù, 28 anni; Aurelio Micale, 35 anni; Gianfranco Micale, 30 anni; Agostino Milone, 44 anni; Filippo Munafò, 28 anni; Massimiliano Munafò, 44 anni; Carmelo Perroni, 41 anni; Francesco Pirri, 33 anni; Gianfranco Pirri, 30 anni; Stefano Rottino, 41 anni; Luciano Runcio, 26 anni; Maurizio Giacomo Sottile, 38 anni; Giuseppe Antonino Treccarichi, 49 ani; Santo Alesci, 32 anni; Alessandro Artino, 29 anni; Antonino Artino, 30 anni; Salvatore Artino, 34 anni; Antonino Bagnato, 31 anni; Filippo Barresi, 59 anni; Domenico Chiofalo, 28 anni; Massimo Giardina, 36 anni; Salvatore Italiano, 47 anni; Carmelo Maio, 21 anni e Antonino Scordino, 59 anni.
Maria Chiara Ferraù
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