Messina: bilancio della Città metropolitana in attivo di oltre 11 milioni di euro
Ma il dissesto è sempre dietro l'angolo
Ammonta ad oltre 11 milioni e mezzo di euro di attivo il bilancio consuntivo del 2016 della Città metropolitana di Messina. L’avanzo è frutto della gestione virtuosa dell’Ente, ma non sarà sufficiente a coprire il prelievo da parte dello Stato.
L’atto contabile, approvato dal consiglio metropolitano rappresentato dal commissario straordinario Filippo Romano, attesta un avanzo di amministrazione di 11 milioni 694 mila 177,39 euro composto da una quota libera di 1 milione 547mila 473,58 euro, da una quota vincolata al Fondo crediti di 5 milioni 31mila 962,80 euro, da una quota vincolata per disposizione di legge di 3 milioni 986mila 176,38 euro e da una parte vincolata agli investimenti di 578mila 564,63 euro.
Il bilancio dell’ex provincia è in attivo grazie ad un piano di riduzioni dei costi che hanno garantito all’Ente la realizzazione delle proprie attività sul territorio. Nonostante il bilancio in attivo, la cifra risulta del tutto insufficiente a colmare il prelievo forzoso di 25 milioni di euro imposto dallo Stato.
Una situazione paradossale se si pensa che l’ex provincia non ha mai fatto ricorso all’anticipazione di cassa perché l’Ente è finanziariamente sarno e non è mai andato in rosso. “Fino al dicembre 2016 – si legge in una nota dell’ex provincia – si è utilizzata l’eredità positiva degli anni precedenti per coprire le crescenti richieste dello Stato.
Quest’anno, invece, due elementi impongono una situazione di grave difficoltà economica: da un lato l’esiguità dell’avanzo di cassa e dall’altro la crescita esponenziale delle richieste del governo centrale (nel 2015 è stato effettuato un prelievo forzoso di 8 milioni e mezzo, nel 2016 la cifra è salita a 17 milioni mentre nel 2017 si arriverà a 25 milioni di euro più 3 milioni di sanzioni). Alla luce della situazione attuale, qualora non dovessero intervenire mutamenti nella linea del Governo centrale la dichiarazione di dissesto dell’Ente sarà una decisione ineluttabile motivata esclusivamente dalla pressione insostenibile scaturita dal “prelievo forzoso”.