Ecco i primi nomi degli artisti nazionali e internazionali che saliranno sul palco della 24° edizione del Capo d’Orlando Blues, festival dell’integrazione culturale che avrà luogo nella cittadina tirrenica in provincia di Messina dal 22 al 30 luglio.
Il bluesman americano Corey Harris e il ritorno del polistrumentista e griot africano Baba Sissoko, i quali dell’interazione culturale hanno tratto ispirazione principale per la loro attività e che, attraverso workshop che condurranno durante il Festival, coinvolgeranno i giovani del comprensorio inclusi quelli appartenenti alle comunità degli immigrati residenti a Capo D’Orlando (Messina).
In questo filone si inseriscono le altre partecipazioni come il musicista/scrittore bolognese Roberto Menabò con il suo libro “Vite affogate nel Blues”, la band americana Blair Crimmins and the Hookers, i folk singer siciliani Marco Corrao con l’armonicista Giuseppe Milici e la Banda Musicale Città di Capo d’Orlando, e Mimì Sterrantino con Gli Accusati, il giovanissimo chitarrista blues emergente Matt Pascale, il duo blues Little Paul Venturi e Simone Scifoni, e poi ancora l’Orchestra Giovanile di Librino, la coppia Amanda Tosoni e Andrea Magiari, e alcuni progetti speciali che nasceranno a seguito dell’attività didattica durante il festival; tanti giovani musicisti che il Capo d’Orlando Blues intende portare all’attenzione del pubblico e dei mass media.
Sarà un’edizione mai così variegata e colorata, ricca di concerti (oltre 100 artisti si esibiranno sul palco), laboratori, seminari, convegni, workshop, mostre, caratterizzata dall’interazione tra culture musicali diverse. Questa forte caratterizzazione e originalità traspare già dal manifesto del Festival, dove spicca il volto di William, giovane di nazionalità nigeriana ospite del progetto SPRAR di Capo d’Orlando, il cui Ente gestore è la Coop.va Servizi Sociali ed Ente proponente il Comune di Capo d’Orlando, entrambi partner del Capo d’Orlando Blues 2014.
Capo d’Orlando Blues è il festival del rispetto della diversità culturale e dell’interazione fra culture, poste in dialogo tra loro. Questo approccio è volto a valorizzare la diversità come possibilità di arricchimento reciproco e non come ostacolo alla convivenza. D’altronde è proprio ciò che si è verificato tra l’800 ed il ‘900 quando 4 milioni di italiani emigrarono negli USA, e tra di essi vi erano anche musicisti sopraffini che nel Nuovo Mondo incisero circa 7.500 brani fino agli anni ’30. Dall’interazione tra la cultura musicale italiana ed americana nacquero in America nuovi fondamentali generi musicali come il pop ed il jazz.
Il Festival intende anche valorizzare le periferie urbane le quali, nel caso di Capo d’Orlando, non sono espressione di degrado ma, al contrario, luoghi di bellezza e di suggestione naturalmente demandati alla fruizione culturale, ancorché non completamente valorizzati, come il borgo di Pescatori di San Gregorio, il Parco Sub Urbano di Scafa, il Castello Bastione ed il Parco-Museo di Villa Piccolo. Come sopra rappresentato, l’interazione tra culture diverse, il coinvolgimento dei giovani musicisti e la valorizzazione delle periferie urbane, costituiscono le tre linee guida di questo 24° Capo d’Orlando Blues, patrocinato da Ministero Beni Culturali, SIAE e Comune di Capo d’Orlando.