Catania: arrestata banda della spaccata

Non è andata bene alla banda della spaccata di turno che è finita in manette la notte scorsa a Catania. Gli agenti della sezione volanti di Catania hanno arrestato i pregiudicati Rosario Scavone, 28 anni; Domenico Benedetto Zucchero, 19 anni; Giuseppe Bivona, 23 anni e il minore S.E., 18 anni, su cui pende un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Caltanissetta, sono stati arrestati per furto aggravato e resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.

L’operazione è stata realizzata grazie alla strategia adottata dalla volanti che intorno alle cinque del mattina ha intercettato cinque individui travisati a bordo di una Fiat Uno. Gli occupanti dell’auto pochi attimi prima si erano resi responsabili di un furto aggravato ai danni del negozio Adidas di via Umberto.

 Alla vista della volante, la Fiat Uno ha aumentato la velocità e dopo un rocambolesco inseguimento, l’autovettura è stata bloccata in piazza Carlo Alberto dove due dei malfattori sono stati ammanettati immediatamente, mentre  i restanti tre fuggivano in direzione di via Rizzo, introducendosi nel parcheggio a più piani Bellini. Due fuggitivi sono stati bloccati nel parcheggio, mentre uno è riuscito a scappare.

Tutti i soggetti, uno con ancora il casco indossato e gli altri con cappuccio, passamontagna e guanti per non farsi riconoscere dalle immagini dei sistemi di videosorveglianza, sono stati ammanettati e arrestati. Il più giovane è stato trovato in possesso di alcune dosi di marijuana, forse per darsi la carica.

Nella Fiat Uno utilizzata dalla banda, poi risultata rubata, sono stati rinvenuti arnesi atti allo scasso. La merce rubata, per un valore di tremila euro, è stata restituita al legittimo proprietario.

Il pm di turno ha disposto per Scavone, Zucchero e Bivona gli arresti domiciliari in attesa del giudizio direttissimo, per quanto riguarda il minore, invece, sul quale pendeva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, è stato rinchiuso nel centro di prima accoglienza di via Franchetti a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

Maria Chiara Ferraù

 

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