“Non siamo solo numeri, siamo alunni e come i nostri coetanei vorremmo poter decidere dove studiare, anche nel nostro paese”. Così una studentessa dell’istituto Tomasi di Lampedusa, sede staccata di Tortorici, questa mattina nel corso di una protesta di fronte all’immobile privato che ospita la scuola.
Affissi all’ingresso dell’istituto, al centro di una controversia lunga diversi anni, gli studenti hanno affisso dei cartelloni che rivendicano il loro diritto allo studio. “Lo studio è un diritto…a Tortorici no. Scusate il disordine, siamo impegnati ad imparare”.
Continua, dunque, la mobilitazione per salvare l’istituto dopo che il decreto regionale 921 dello scorso 15 febbraio aveva disposto la soppressione della sede staccata oricense e il conseguente trasferimento degli alunni nel plesso centrale di Sant’Agata di Militello. Mancano pochi giorni per poter rimediare alla vicenda.
Accanto agli alunni i genitori che si dicono pronti a continuare la protesta e a marciare verso Palermo. Vogliono che il loro diritto a studiare nel proprio paese, venga riconosciuto e soprattutto garantito.
“Molti dei miei compagni – dice una studentessa – se la scuola sarà trasferita, non studieranno più. Ogni anno qui a Tortorici è sempre la stessa storia, ci troviamo a combattere contro la chiusura del nostro istituto. Siamo lasciati soli”.
Dal canto loro, i genitori si interrogano sul perché di questa lunga battaglia. Non capiscono perché la provincia non abbia accettato la proposta della famiglia Paterniti, proprietaria dell’immobile e che da tre anni non percepisce il canone d’affitto, di concedere per il prossimo anno i locali gratuitamente, a fronte di una revisione del contratto per gli anni successivi. “La famiglia Paterniti – ha detto uno dei genitori – sta predisponendo la proposta di dare i locali gratis non per uno, ma per due anni. Non capisco come la Regione il prossimo anno possa affrontare la spesa dei biglietti dell’autobus e nessuno faccia nulla, invece, nonostante la proposta della famiglia e un altro progetto sottoposto all’attenzione della città metropolitana che non ha ancora dato cenni in merito”.
Sulla vicenda sono intervenuti anche la consigliera di minoranza Cinzia Conti Mica e il movimento “Uniti per cambiare Tortorici” che sostengono di essere “fortemente preoccupati e crediamo che non sia più ammissibile l’ambiguità”.
il futuro della scuola superiore di Tortorici prosegue nell’incertezza.
Maria Chiara Ferraù