La funzione pubblica Cgil di Messina chiede un incontro con il nuovo direttore artistico del teatro Vittorio Emanuele per parlare della vertenza che riguarda gli orchestrali, ormai senza stipendio da diversi mesi.
“Per gli orchestrali e il sindacato – dichiarano Clara Crocè, segretario generale della FP Cgil e Rosa Raffa, coordinatrice del settore – è inammissibile la politica gestionale delle risorse umane perpetrata dal commissario Jervolino e dal sovrintendente Bernava, finalizzata alla divisione dei lavoratori per coprire inadempienze e giustificare alcune affermazioni non veritiere. Assistiamo sbalorditi ad un pour parler utile alla bisogna e atto a distrarre”.
“Non riusciamo a comprendere – proseguono le sindacaliste – la politica discriminatoria messa in campo nei confronti degli orchestrali storici “Teatro Vittorio Emanuele” cioè di quella formazione nata per accompagnare stabilmente tutti gli eventi musicali delle stagioni che vengono messi da parte privilegiando chi ha già un contratto di lavoro , a scapito di coloro che negli anni, hanno creduto che il Teatro Vittorio Emanuele potesse essere dotato un’orchestra stabile – continuano Crocè e Raffa. In una città, tra l’altro sede di un importante conservatorio di musica che, va rimarcato, ha il compito di formare musicisti laddove un teatro dovrebbe poi accoglierli una volta formati; purtroppo l’istituzione culturale più importante della città si ostina pervicacemente a non vedere.
A questo quadro surreale si aggiunge il mancato pagamento degli emolumenti e del salario accessorio ( quest’ultimo pagato a tutti…… tranne che agli orchestrali e ai tecnici !) nonostante gli accordi sindacali sottoscritti. Evidentemente per il commissario e il sovrintendente le priorità sono altre (targhe, i semafori in stile commissariato di polizia per entrare nella stanza, il pagamento di anticipi agli avvocati ecc.) e provvedimenti ritorsivi nei confronti dei delegati FPCGIL”.
Per questi motivi il sindacato chiede un immediato incontro al direttore artistico per risolvere i problemi di tutte le masse artistiche. In caso contrario – scrivono Crocè e Raffa – non esiteremo ad intraprendere manifestazioni di protesta”.
Maria Chiara Ferraù