“Non è giusto che siano gli altri a decidere se i nostri figli possono o meno frequentare la scuola a Tortorici, nel loro paese”. Così una delle mamme intervenuta a Tortorici all’incontro pubblico sulla vicenda dell’istituto tecnico, organizzata dall’amministrazione comunale. Sono 58 gli studenti iscritti alla sezione staccata dell’ITT Giuseppe Tomasi di Lampedusa di Sant’Agata di Militello e dal prossimo anno accademico, se vorranno continuare a studiare, dovranno necessariamente spostarsi nella sede centrale, con un ulteriore aggravio di costi per le famiglie.
L’identità storica e culturale del paese va salvaguardata per il futuro dell’intera comunità è stato detto nel corso dell’incontro a cui hanno preso la parola il sindaco Carmelo Rizzo Nervo, il presidente dell’Esa, Francesco Calanna e il presidente del consiglio comunale, Nunzio Reale. Carte alla mano, il primo cittadino ha ribadito le motivazioni dell’amministrazione e ha spiegato i procedimenti posti in essere negli anni per salvare la scuola. Secondo Rizzo, la provincia avrebbe agito in tutti i modi per arrivare alla chiusura dell’importante presidio di legalità che è la scuola. Il primo cittadino si domanda come mai l’Ente non abbia voluto accettare nemmeno la proposta dei proprietari dell’immobile che ospita la scuola in via Garibaldi, di utilizzare gratuitamente e per un anno i locali. La città metropolitana di Messina, però, qualche giorno fa aveva spiegato che la proposta era arrivata troppo tardi, quando ormai era stato avviato l’iter per disporre la chiusura della sede oricense dell’istituto santagatese.
Nel corso dell’incontro Rizzo Nervo ha denunciato la volontà esplicita di chiudere la scuola, celata dietro il risparmio economico e per dimostrare il contrario ha inviato una serie di documenti al sindaco della città metropolitana e all’assessore regionale, da cui si attendono risposte in tempi strettissimi. In caso contrario sono pronti la costituzione di un comitato dell’amministrazione che affiancherà quello dei genitori e il ricorso al Tribunale amministrativo. “Voglio aggiungere – ha dichiarato Francesco Calanna – con grande chiarezza, che questo vaso di Pandora degli affitti nella provincia, lo dobbiamo aprire bene, perché non è possibile che si presti attenzione a Tortorici e non si attenzionino gli affitti milionari in altri siti”.
La scelta di chiudere la sede oricense dell’istituto tecnico, secondo Rizzo Nervo, infine, “è una scelta scellerata che vuole privare un territorio fragile come il nostro, di un avamposto di cultura e di legalità”.
Maria Chiara Ferraù