Catania: decapitati i vertici della cosca Cappello – Bonaccorsi

Agenti della polizia di Stato di Catania hanno arrestato questa mattina 31 persone ritenute responsabili di associazione per delinquere di stampo mafioso appartenenti al clan mafioso Cappello – Bonaccorsi, con l’aggravante di essere l’associazione armata, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio delle stesse, estorsione, esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone e intestazione fittizia di beni.

Sono in corso sequestri in provincia di Catania, in altre province siciliane, nonché in Calabria e Campania di numerose società operanti nel settore della raccolta rifiuti, imprese per la gestione di bar, ristoranti e pizzerie e nel settore dell’abbigliamento per un valore complessivo di svariati milioni di euro.

In particolare il sodalizio criminale era molto attivo nel settore del traffico di droga. Le manette sono scattate ai polsi di: Calogero Giuseppe Balsamo, 56 anni; Massimiliano Balsamo, 41 anni, Salvatore Balsamo, 32 anni, Giovanni Bruno, 59 anni; Sebastiano Calogero, detto “u picciriddu”, 32 anni; Andrea Cambria, 54 anni, già detenuto al carcere di AGrigento; Maria Rosaria Campagna, 48 anni; Giovanni Catanzaro, detto “u milanisi”, 52 anni; Carmelo e Orazio Di Mauro e ancora Carmelo Giannino, Domenico Greco detto “u ciociu”, Giuseppe Guglielmino, pregiudicato già ai domiciliari per altra causa; Carmelo Licandro, detto “Melu fungia”, Giuseppe Salvatore Lombardo, inteso “salvuccio ‘u ciuraru”, sorvegliato speciale di ps; Mario Lupica, Emanuele Giuseppe Nigro, Giuseppe Palazzolo, detto “Pippo ca’ lente”, Giuseppe Piro, Giovanni Matteo Privitera, inteso “Peri ‘i iaddina”, Antonio Fabio Rapisarda, già in carcere alll’istituto penitenziario di piazza Lanza per altra causa; Giuseppe Ravaneschi, detto “Pippo pilu russu”, Claudio Calogero Rindone; Salvatore Massimiliano Salvo, detto “Massimo ‘u carruzzeri”, Antonio Scalia, Santo Strano, detto “facci ‘i palemmu”, pregiudicato già detenuto per altra causa nel carcere di Voghera; Tommaso Tropea, inteso “Racci”, Mario Ventimiglia, Luigi Sebastiano Vinci e Nunzia Zampaglione detta “Nancy”.

Le indagini erano state condotte tra il 2012 e il 2014 con il coordinamento della procura distrettuale antimafia di Catania e hanno consentito di evidenziare la piena operatività dell’organizzazione mafiosa Cappello – Bonaccorsi che risulta strutturata su più livelli, ovvero su un gruppo di comando composto da Santo Strano, Giovanni Catanzaro, Giuseppe Salvatore Lombardo, Salvatore Massimiliano Salvo e Calogero Giuseppe Balsamo. C’erano poi diverse squadre organizzate sul territorio da Salvo e Balsamo.

Ai primi tre è stato contestato il ruolo di promotori, mentre a Salvo e Balsamo quello di organizzatori dell’associazione mafiosa Cappello-Bonaccorsi. Le indagini hanno fatto emergere il ruolo operativo e decisionale rivestito da Maria Rosaria Campagna, storica compagna di Salvatore Cappello, capo dell’omonimo clan, detenuto al 41 bis. La donna è domiciliata a Napoli e sarebbe stata l’anello di congiunzione tra il boss e i vertici operativi a Catania dove andava molto spesso.

Secondo il GIp, Cappello, nonostante si trovasse agli arresti con il regime duro, avrebbe continuato a ricoprire il ruolo di capo indiscusso dell’omonima organizzazione mafiosa, dando direttive ai sodali anche per il tramite della predetta Campagna.

inizialmente la cosca aveva interessi nel settore delle energie rinnovabili, con particolare riferimento alla realizzazione di impianti fotovoltaici nella zona di Belpasso ad opera di un’azienda del nord Italia.

Commenti
Caricamento...

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi