Continua l’odissea del servizio Asacom di Siracusa, ossia l’assistenza per gli studenti diversamente abili che frequentano le scuole medie superiori del territorio. Questa volta ad alzare il tiro è il libero consorzio comunale di Siracusa, ex provincia.
Lo scorso 16 novembre l’Ente ha emesso un documento con oggetti “concessione comodato d’uso locali Casa mia” a firma del commissario straordinario Giovanni Arnone e del capo del V settore, Antonella Fucile, indirizzato al presidente del centro antiviolenza e antistalking La nereideo onlus. Il documento pone l’aut aut di non avviare alcuna collaborazione con le cooperative sociali deel territorio e in dettaglio con Esperia 2000 perché le cooperative non hanno più erogato il servizio e hanno avanzato un’ingiunzione di pagamento dopo 24 mesi di credito mai corrisposto.
Infatti, a parere dei funzionari firmatari dell’atto, l’impresa cooperativa sociale “Esperia 2000” si sarebbe macchiata di una “colpa” – a dir poco inverosimile – “di non prestare più il servizio ASACOM a vantaggio dei soggetti disabili che insistono presso le scuole medie superiori del territorio di Siracusa”. Peccato che il Libero Consorzio Comunale di Siracusa dimentica di non aver pagato tale servizio (alla cooperativa Esperia e alle altre cooperative che lo hanno gestito in questi anni, avvicendandosi tra loro), da ben 24 mesi, rendendo impossibile per chiunque affrontare un servizio in “perdita”, caricandolo sulle proprie spalle sotto ogni aspetto. “Quanto scritto dai funzionari predetti sarà sottoposto all’attenzione della Magistratura- commenta Enzo Rindinella, Presidente dell’Areata Territoriale di Siracusa Confcooperative Sicilia, alla quale aderisce la cooperativa Esperia. Mi preme far conoscere alla libera opinione e alle famiglie delle persone disabili beneficiarie del servizio che da 24 mesi, le imprese cooperative che hanno erogato il servizio fino ad oggi, non hanno percepito un solo euro; ma, malgrado ciò, per il bene dei ragazzi hanno anticipato stipendi, oneri sociali e contributivi per garantire la regolarità contributiva, sostituendosi alle casse del Libero Consorzio Comunale di Siracusa.
E tra queste cooperative vi è anche la “Esperia 2000”, rea di avere fatto valere le proprie ragioni in giudizio allo scopo di avere riconosciuto il corrispettivo del lavoro svolto nel pieno rispetto delle regole costituzionali alla base degli stati di diritto moderni.
Il Libero Consorzio Comunale di Siracusa dimentica che ciò ha permesso all’ente locale di prestare un servizio sociale essenziale, attraverso cooperative che hanno messo le mani in tasca pur non essendo loro richiesto, sostituendosi dal punto di vista economico-finanziario all’ex Provincia, consentendo ai ragazzi disabili di seguire le attività didattiche durante l’anno scolastico.
Vero è che la legge di riforma delle Province ha ridisegnato i confini e non ha mai indicato le competenze delle amministrazioni locali, ma questa è una colpa non imputabile alle imprese cooperative che rappresento; la colpa è da ricercare in una classe politica regionale che ha adottato azioni irresponsabili con le conseguenze che oggi sono sotto gli occhi di tutti.
Tra queste, le tante manchevolezze che codesto ente di area vasta oggi esterna. Direi al Commissario e al Capo Settore che, se le somme destinate al servizio Asacom sono state decurtate, non possiamo pretendere che la responsabilità e che il relativo onere sia trasferito alle imprese sociali senza fini di lucro. Imprese cooperative che versano gli oneri sociali, che applicano CCNL di riferimento come richiesto dai bandi, che versano gli stipendi ai loro operatori socio-assistenziali, che pagano gli affitti dei locali, che mettono il carburante nei mezzi utilizzati per il trasporto del servizio ASACOM, che hanno sopperito a tutto quello che un sano ente locale dovrebbe essere in grado di affrontare per la collettività destinataria del servizio.”
E come si fa oggi a non biasimare l’atteggiamento del Libero Consorzio sordo ai tanti appelli che le maggiori associazioni di rappresentanza delle famiglie ANFAS Sicilia, sede territoriale di Siracusa, associazioni a carattere nazionale, le centrali cooperative territoriali di Confcooperative, Legacoop e AGCI, hanno fatto a mezzo stampa direttamente al Commissario, mai disponibile ai tavoli di concertazione, disattendendo ogni azione di colloquio e di intermediazione offerta da queste rappresentanze.
Orbene, dimenticando le innumerevoli istanze fatte, il Commissario e il Capo del V settore, non si sa come, impongono all’associazione “La Nereide” di non svolgere attività di impresa sociale con la cooperativa Esperia, rea di avere avviato un recupero crediti verso il Libero Consorzio Comunale di Siracusa ed un procedimento di carattere penale a tutte le cooperative che hanno agito allo stesso modo. Come mai, ci si chiede inoltre, la determina a firma del Commissario si fonda su un bilancio preventivo “non ancora approvato” con somme impegnate su una voce di capitolo.
Ma le regole di contabilità pubblica consentono di affidare un servizio senza il preventivo impegno di spesa. Un’impresa cooperativa incorrerebbe in un reato, perché non si può attivare un servizio senza approvare il “bilancio preventivo”. Questo quanto accaduto all’1/12/2016, con la speranza che qualche spicciolo potesse arrivare nelle casse dell’ente locale, sempre che le cooperative creditrici non attingano alle somme in cassa per soddisfare circa 24 mesi di arretrato, in virtù dei decreti ingiuntivi da loro presentati. Mi domando: il Commissario e i dirigenti rendono il loro servizio a titolo gratuito?
Non so da quanto tempo i dipendenti del libero consorzio comunale di Siracusa non percepiscono lo stipendio, ma so di certo che in caso di default dell’ente – auspicio di qualche politico nostrano in carica alla Regione – i crediti del personale sono salvi ma i crediti dei fornitori di beni e di servizi vengono “tranciati”.
Pensiamo al solo servizio ASACOM per il credito vantato dalle cooperative afferenti alle centrali cooperative di cui sopra, che si attesta a circa 2.000.000 di euro (4 miliardi delle vecchie lire); Ciò significherebbe che dopo il default, le imprese cooperative, avendo ricevuto in prestito denaro dalle banche per sopperire ad una cattiva gestione non da loro dipendente, non potendo più vantare un credito si vedono costretti a porsi in liquidazione, mandando a casa gli operatori dipendenti.
L’affermazione contenuta nel testo della comunicazione di poter eseguire il servizio solo se l’associazione “La Nereide” non si associa alle cooperative “dissidenti”, se si pensa che proviene da un Ente di Area vasta, frutto della rivoluzione copernicana degli ultimi anni, è a dir poco gravissima e avvilente. Appare poco chiaro che il Commissario Arnone e il Capo V settore, la dr.ssa Fucile, disconoscano quanto da loro stessi concordato o determinato quale il verbale di concertazione redatto ed inviato dall’ente locale nell’ ottobre 2016 (meno di un mese fa), dove si chiedeva un rientro programmatico del credito per riavviare il servizio e dare garanzie alle cooperative per il pregresso (a tutt’oggi) comunque non percepito.
Anche in questo caso l’associazione “La Nereide” ha avuto approvato il progetto di Centro Antiviolenza in un bene dato in comodato d’uso insieme alla cooperativa Esperia 2000; ma adesso che questa è iscritta nella “black-list” dell’ente locale tutto è da rivedere e non perché la cooperativa di cui si parla non ha capacità operativa o perché non ottempera ai doveri fiscali e tributari, o anche salariali, ma solo perché si è permessa di fare causa in quanto in arretrato di 24 mesi.
Vittima di un sopruso e dell’arroganza istituzionale che orienta le scelte di un’Amministrazione pubblica secondo i propri stati d’animo. Tu mi hai fatto causa? Io non ti affido il servizio. Ma le regole di evidenza pubblica dove sono finite? E il conclamato principio che l’esistenza di un contenzioso con l’Ente non può rappresentare in alcun modo ragione di discriminazione nell’affidamento di servizi pubblici?
E se tale comportamento è intenzionale e finisce col recare un danno alla cooperativa, potrebbe configurarsi un’ipotesi di abuso ex art. 323, del Codice Penale oltre agli eccessi di potere che vedono soccombere gli enti sotto le bacchettate dei Tar? Unica colpa: non avere acconsentito di lavorare senza percepire il compenso per piu’ di un anno.
Diventa difficile comprendere le ragioni di una tale azione. Finora il Libero Consorzio Comunale di Siracusa si è caratterizzato per un’organizzazione molto approssimativa dei servizi. Per un progetto così delicato come quello di una casa di accoglienza ad indirizzo segreto e strutture di ospitalità in emergenza (Decreto Presidente della Regione 31 marzo 2015), appare davvero poco costruttivo, mettere fuori gioco quelle aziende del territorio, munite di competenza e professionalità dimostrata nel corso del tempo.
Poiché il Libero Consorzio Comunale di Siracusa ha individuato e sostituito, a costo zero, le imprese cooperative sociali con associazioni o altre cooperative, è diritto delle stesse cooperative da noi rappresentate e interesse delle centrali cooperative, far luce su alcuni punti: – Applicazione del CCNL di riferimento; – Determina che ne sancisce la cooptazione; – Verifica delle caratteristiche tecniche, amministrative, gestionali ed organizzative delle stesse cooptanti; – Verifica delle competenze professionali degli operatori in carico; – Verifica del DURC nella sua regolarità per le cooptanti; – Legittimazione della copertura economica del Servizio; – Modalità di selezione dei soggetti beneficiari ad usufruire del servizio rispetto alla maggioranza che non lo hanno avuto.
Alcuni di questi punti insieme ad altri che potrebbero evidenziarsi nel prossimo futuro, saranno oggetto di richiesta di accesso agli atti delle cooperative cooptate e delle centrali cui aderiscono, che sarà depositata presso l’ufficio di protocollo del Libero Consorzio Comunale di Siracusa, riservandoci ogni altra azione legale ed ispettiva nei confronti degli uffici, qualora si riscontrassero dubbi ed incertezze di attività connesse al servizio ASACOM, per l’affidamento dello stesso. Certo, solo alcuni soggetti disabili hanno fruito del servizio, è stato dichiarato nel documento trasmesso con relativa diffida ad operare alle cooperative “dissidenti”.
Bisognerebbe spiegarlo all’associazione delle famiglie il metodo adottato dal Dirigente del V settore e avallato dal Commissario, certo che è stato adottato un criterio inequivocabile di saggezza. Rimaniamo, comunque, con la mano tesa a disposizione di una concertazione con i soggetti firmatari del documento del libero consorzio, al fine di rappresentarci una modalità di rientro del debito contratto con le cooperative a noi aderenti, sperando di trovare una soluzione costruttiva.