Quasi 800 milioni di euro, frutto di circa 4 milioni di operazioni effettuate dal luglio 2014: sono i numeri della fatturazione elettronica nel nostro Paese che si muove sulla piattaforma Cbill, che riunisce quasi la totalità degli operatori finanziari italiani. E due istituti di credito su tre stanno rinnovando l’offerta digitale per seguire questo trend.
In poco più di due anni il sistema di fatturazione elettronica in Italia ha raggiunto un volume economico che si aggira intorno agli 800 milioni di euro, grazie a circa 4 milioni di operazioni effettuate e oltre 300 fatturatori attivi tra privati e Pubblica amministrazione. Sono questi i primi numeri ufficiali del servizio Cbill, la piattaforma italiana che consente il pagamento online in modalità multicanale e multibanca di un’ampia serie di bollettini, come tasse, utenze domestiche, multe, tributi e ticket sanitari, che sottolineano come l’innovazione sia di casa anche in Italia.
Bollettini elettronici, in Italia dati in aumento. L’ultimo censimento sul sistema Cbill, relativo al consuntivo di metà 2016, segnalava l’adesione a questo sistema da parte della maggioranza del sistema di banche, Poste e altri istituti di pagamento (identificati come prestatori di servizi di pagamento) attivi nel nostro Paese; a loro si aggiungono ben 14.038 amministrazioni, di cui 8.692 istituti scolastici e università (pari a quasi il 92 per cento del totale), 4.799 Comuni (oltre la metà del totale, 55,52 per cento), tutte le 22 Regioni e Province autonome, 84 strutture sanitarie (qui in ritardo, essendo solo il 27,10 per cento del totale), 11 ministeri (mancano ancora il discastero delle Infrastrutture e dei Trasporti e quello dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo) e tutte le Camere di commercio nazionali.
Anche i consumatori spingono sul mobile. Anche per questo, i risultati sono superiori alle aspettative, grazie soprattutto alla buona risposta arrivata sia da parte delle aziende e delle Pa, che sul versante dei consumatori, che stanno in larga misura comprendendo i vantaggi del mobile payment. Merito, per una volta, anche delle novità sul fronte della Pubblica amministrazione, che sta seguendo il trend e sviluppando appositi servizi ulteriori da proporre ai cittadini, così come tra l’altro è previsto anche dall’Agenda per l’Italia digitale. L’obiettivo, ora, è di assicurare sia ai privati, che alle aziende la massima sicurezza e affidabilità nei pagamenti, unità a semplicità e flessibilità nella scelta delle modalità di pagamento e trasparenza nei costi di commissione.
Due banche su tre puntano all’online. Altrettanta vivacità la dimostrano gli istituti di credito: secondo la società di ricerca Ovum, infatti, la spinta che arriva dalle nuove esigenze dei consumatori e dall’innovazione tecnologica sta imponendo alle banche di incrementare gli investimenti in soluzioni e applicazioni per i pagamenti digitali. Soltanto nel corso di questo anno 2016, infatti, ben due banche su tre si sono orientate in questa direzione.
Inbiz, servizi per le imprese. Aumentano dunque le piattaforme telematiche, sotto forma di app o di servizi online raggiungibili via portale, messe a disposizione dai vari istituti di credito; come da panoramica offerta dal sito di fissovariabile.it, uno dei prodotti che maggiormente spicca per flessibilità e opportunità è Intesa Inbiz, canale dedicato esclusivamente alle piccole e medie imprese da parte del gruppo Intesa Sanpaolo, che va in qualche modo a colmare alcune lacune dei classici servizi di home banking in riferimento a un’utenza più profilata.
I vantaggi della piattaforma. Le esigenze dei privati infatti risultano essere profondamente diverse rispetto a quelle delle imprese, che invece hanno bisogno di attività più specifiche dei comuni bonifici ed estratti conto, a cominciare ad esempio dalla gestione dei flussi di cassa. Per questo, Intesa Inbiz si pone come la piattaforma ideale per chi vuole ritrovare in unico luogo la soluzione per gestire la propria azienda, riuscendo a programmare le diverse operazioni con il pratico il vantaggio dell’utilizzo da remoto, tramite uno smartphone oppure un tablet, con un’attenzione particolare alla fondamentale sicurezza delle operazioni.