Il 13 ottobre 2016, alle 16,30, presso il coro di notte del monastero dei Benedettini di Catania, verrà presentato il volume “Catania Antica. Nuove prospettive di ricerca”, edito dalla regione siciliana e curato da Fabrizio Nicoletti.Presenteranno il libro Claudia Guastella, Pietro Giovanni Guzzo, Rosalba Panvini e Thomas Schaefer, introdotti da Giancarlo Magnano San Lio, Massimo Frasca e Maria Costanza Lentini.
Il libro è una miscellanea di contributi, scritti da diversi studiosi. Vi si affrontano lo sviluppo urbano di Catania dalla preistoria alla tarda antichità, la storia della ricerca, anche attraverso documentazione di archivio, questioni riguardanti l’identità della città antica e i riflessi dell’antico nella città moderna, tanto nella sua struttura urbana, quanto nell’immaginario collettivo.
Nel volume confluiscono numerosi dati fin qui inediti, anche da ricerche recentemente concluse, che globalmente considerati forniscono un’immagine di Catania antica e dei suoi importanti monumenti certamente nuova.
A seguire, alle ore 20,00, presso la Rotonda di Catania, con ingresso dalla via dei Gesuiti, verrà inaugurato il nuovo percorso di visita del complesso monumentale, che ora comprende che gli scavi eseguiti nella vasta area a nord. Introdurrà il percorso Giovanna Buda. L’accoglienza e la guida dei visitatori sarà curata dagli studenti del Liceo Lombardo Radice di Catania. Durante la manifestazione ci sarà un concerto per arpa di Ginevra Gilli.
Già complesso termale di epoca romana, dall’alto medioevo la Rotonda fu sede di una delle più importanti chiese catanesi, dedicata a Santa Maria e ricavata in quello che fu un calidarium o un ninfeo delle terme.
Danneggiato dai bombardamenti del 1943 e chiuso al culto, dal dopoguerra il suggestivo edificio coperto da una grande cupola divenne oggetto di ricerche archeologiche, sia al suo interno che nell’area antistante l’ingresso, a sud.
Attraverso l’intervento realizzato nel 2015 su fondi comunitari, PO-FERS 2007-2013, sono state espropriate e demolite le abitazioni che occupavano la parte settentrionale dell’isolato, parzialmente distrutte dai bombardamenti del 1943. Il successivo scavo archeologico ha portato in luce una vasta porzione del grande complesso antico comprendente un castellum aquae, una corte marginata da esedre e quello che fu il monumentale ingresso originario.
Il monumento così ingrandito e restaurato viene adesso restituito alla città, insieme ad una nuova prospettiva della grande cupola, ora visibile anche dall’alto.
Catania è una città archeologica, ed appare tale anche al visitatore più distratto, con numerosi edifici antichi in ottimo stato che segnano ancora assetto urbano e skyline.
Sulla collina di Montevergine, oggi sede del centro storico, a partire dal Neolitico si sviluppò un vasto abitato, forse già abbandonato quando, nel 729-728 a.C., Calcidesi di Eubea guidati da Evarco vi fondarono Katàne.
La città greca, sede di un importante santuario demetriaco, conobbe la sua stagione migliore dal 476 a.C., quando Ierone I di Siracusa la rifondò, sostituendo gli abitanti e mutandone il nome in Áitna. Di questo episodio, durato un quindicennio, cantato da Pindaro e forse al centro di una perduta tragedia di Eschilo, rimangono monete d’argento tra le più raffinate dell’antichità. Riacquisiti l’antico nome e gli originari abitanti, alla fine del secolo, durante la guerra del Peloponneso, Katàne parteggiò per Atene contro Siracusa. Conquistata dai siracusani nel 403 a.C., dispersi i suoi abitanti e ripopolata con mercenari campani, per la città ebbe inizio un declino che si concluse con la conquista romana nel 263 a.C.
Càtina divenne colonia augustea nel 21 a.C. Da quel momento la città si dotò di grandi edifici pubblici che la trasformeranno in uno dei più ragguardevoli centri dell’impero.
La città fu sede di una precoce comunità cristiana e almeno dal IV secolo di una cattedra vescovile. Al cristianesimo si legano le trasformazioni di alcuni edifici (tra i quali la Rotonda) e l’abbandono di altri, e il processo di sviluppo dalla città antica a quella medievale.