Potrebbero essere stati loro ad aver appiccato il fuoco alla casa di campagna del sindaco di Licata (Ag), simbolo della lotta all’abusivismo edilizio. i carabinieri hanno arrestato due giovani per l’incendio dello scorso maggio. Il primo cittadino proprio ieri aveva annunciato la volontà di lasciare la carica perché si sente abbandonato dalle istituzioni.
L’attentato incendiario avvenne lo scorso maggio, subito dopo l’inizio delle demolizioni, contestatissime, di più di 20 villette e case che si affacciano sul mare di Licata. I presunti autori dell’attentato sono stati arrestati dai carabinieri. Si tratta di due 30enni nei cui confronti il gip di Agrigento ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari.
Sono indagati, in concorso fra di loro e con altri soggetti non ancora identificati, di danneggiamento seguito da incendio, minacce aggravate e violazione di domicilio. Sarebbero stati loro ad entrare nell’immobile destinato ad abitazione estiva di Rosario Cambiano e ad aver appiccato il fuoco. Si indaga su eventuali mandanti.
I focolai, secondo la ricostruzione dei vigili del fuoco, sarebbero stati appiccati in più punti della casa con l’uso di carta combusta e acceleranti del tipo diavolina accendi fuoco. Dopo l’annuncio del sindaco di Licata di rassegnare le proprie dimissioni, il presidente della regione, Rosario Crocetta, invita Cambiano a rinunciare alle dimissioni.
“Non può essere attribuita al nuovo sindaco – dice Crocetta – la responsabilità di una gestione assurda del territorio che ha portato alla realizzazione di immobili in zone demaniali, in aree dove non si può intervenire con alcuna sanatoria. Mi rendo conto della disperazione personale con la quale deve fare i conti il sindaco, ma rispetto a provvedimenti esecutivi della magistratura, non c’è alcun potere politico o istituzionale che possa fermare le demolizioni. Ci rendiamo conto che il fenomeno dell’abusivismo è diffuso a Licata così come in altre città della Sicilia – prosegue il governatore dell’isola – ma voglio rappresentare che non rientra nei poteri della Regione decidere di demolire o no. La legge dà ai sindaci tale responsabilità e in tal senso vanno le sentenze dei magistrati”.
Il primo cittadino aveva messo in luce il fatto che le demolizioni sono iniziate a Licata mentre gli altri paesi sono in fase di stallo. “Chiedo al sindaco di fare una seria riflessione – prosegue Crocetta – e sono pronto ad incontrarlo come sempre per discutere insieme il da farsi”.
Lunedì alle 12 il sindaco di Licata scioglierà le riserve sulle dimissioni e non si esclude un possibile passo indietro.
Crocetta non è il solo a chiedere a Cambiano di fare un passo indietro e continuare a fare il sindaco. A chiederglielo è anche Angelino Alfano, il ministro dell’interno. “Le dimissioni sono un gesto di resa – dice Alfano – il governo, il paese, lo stato gli sono vicini e sulla grande questione che ha riguardato la legalità e la sua forza d’animo, lui ha dietro tutta l’Italia”.
Maria Chiara Ferraù