Il partenariato economico siglato tra il Sudafrica e l’unione europea che prevede l’estensione del periodo di tariffazione agevolata (fino ad ora prevista dal primo luglio al 16 ottobre e ora protratta fino al 30 novembre) potrebbe determinare pesanti conseguenze per la nostra agrumicultura. A sostenerlo è Giovanni La Via, europarlamentare siciliano, presidente della commissione ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare.
“Si tratta – sostiene l’eurodeputato – di una decisione svantaggiosa per il Sud Europa, perché un prolungamento della tassazione agevolata porterà ad un incremento delle arance sudafricane disponibili sul mercato UE, proprio in concomitanza con la nostra prima campagna produttiva, con gravi danni per le imprese e l’economia”.
Il tutto parametrato agli ingenti volumi importati dal Sud Africa all’Europa: circa 427 mila tonnellate nel 2015 verso l’intera Ue, per un valore pari a circa 305 milioni di euro. Uno “smacco” al settore che si aggiungerebbe alle altre criticità che già pesano e aspettano risposta. Per questo, aggiunge La Via, “Ho presentato un’interrogazione urgente alla Commissione europea per conoscere le ragioni e i criteri che hanno portato alla decisione di estendere il periodo a tassazione agevolata, e chiedere quali misure intende adottare al fine di compensare le conseguenze negative di tale scelte”.
La manifestazione del prossimo lunedì 19 settembre all’Hotel Sheraton di Catania dovrà essere l’occasione per sottoporre al Commissario europeo all’Agricoltura, Phil Hogan, che ha accettato l’invito personale di La Via, questa, come altre problematiche del settore. Per un confronto efficace e al fine di individuare la strada da intraprendere per il futuro dell’agricoltura mediterranea, anche alla presenza dei principali referenti italiani del mondo agricolo, si farà il punto su alcuni accordi commerciali, sulle crisi di mercato relative ad alcuni comparti, e sulla necessità di meccanismi di intervento europeo. Non solo.
“Chiediamo risposta a problemi spicci – ripete La Via. – Chiediamo che il succo di arancia rossa sia fatto davvero con l’arancia rossa e non con coloranti di diversa natura; chiediamo una regolamentazione seria sui controlli fitosanitari da materiali vegetali provenienti da paesi terzi, che ci costringe a ingenti investimenti; una riposta drastica all’irrisolto problema della tristeza, con le conseguenti operazioni colturali necessarie che comporta, senza contare che se dovesse arrivare il citrus greening, altra malattia estremamente pericolosa, dovremmo estirpare e ripiantare.
Tutto questo ci costa miliardi di euro. Dobbiamo stare attenti, dunque, a limitare e controllare le importazioni. Allo stesso modo, comprendiamo le ragioni commerciali che portano alla conclusioni di accordi con Paesi terzi, ma non accettiamo che a venire penalizzate siano sempre le nostre produzioni mediterranee, già esposte ad una forte crisi di mercato dettata da alcune cause internazionali, come il blocco delle esportazioni verso la Russia e da un calo dei prezzi generalizzato su tutto il territorio europeo”.
Maria Chiara Ferraù