Vestiti da cerimonia per sé, vacanze di lusso per una collaboratrice. Tutto con i soldi dell’Ars. Sono alcune delle contestazioni della corte dei Conti che ha condannato per danno erariale il parlamentare dell’Mpa, all’epoca dei fatti contestati al gruppo Misto, Cataldo Fiorenza. Tra il 2010 e il 2012 il parlamentare regionale avrebbe speso 42 mila euro non per l’attività politica o per il gruppo, per cui i soldi sarebbero destinati per legge, ma per spese personali.
Solo per l’abbigliamento Fiorenza ha speso oltre 7 mila euro. Una spesa che, secondo la difesa del parlamentare, sarebbe legata alle attività istituzionali della scorsa legislatura, da presidente del gruppo Misto. In particolare, spiegano gli avvocati del parlamentare, “l’acquisto di completo, camicia e soprabito presso il negozio Boggi di Catania, si era reso necessario per poter partecipare ad una iniziativa istituzionale, trovandosi l’onorevole sprovvisto, in quel frangente, degli indumenti adeguati all’occasione”. Fra gli acquisti anche una cravatta acquistata al negozio Hermès di Palermo che sarebbe stato un regalo destinato al presidente della Regione in occasione di una visita di rappresentanza a palazzo d’Orleans.
Due settimane fa la prima condanna pesantissima a Francesco Musotto a cui è stato chiesto un risarcimento di 600 mila euro.
Sotto processo per le spese folli all’Ars anche Giambattista Bufardeci del Grande sud che avrebbe creato un danno erariale presunto da 60 mila euro; Antonello Cracolici (Pd, danno da 500 mila euro); Cateno De Luca (Misto, 4 mila euro); Innocenzo Leontini (Pdl, 110 mila euro) e Rudy Maira (Udc e Pid, 400 mila euro). Complessivamente il danno erariale su cui sta indagando la Corte dei Conti supera i 2 milioni di euro.
Fiorenza, dopo Musotto, è il secondo capogruppo condannato. A lui sono state contestate dai giudici contabili anche mille euro di spese in gioielleria, “la cui natura istituzionale non è stata provata”. Fiorenza spendeva anche per arredare casa, acquistare musica su Itunes e pacchetti di sms su internet. Alcune spese, inoltre, secondo i giudici contabili, alcune spese rappresentano dei “duplicati” come per la voce “rimborso per trasporto su gomma” erogata al deputato unitamente alle competenze mensili. Per questo motivo i giudici hanno contestato circa 7 mila euro di spesa per carburante. Di duplicazione di spese si parla anche in riferimento agli acquisti di apparecchi elettronici e a somme utilizzate per viaggi e alberghi. Contestati 4.255 euro di spese per ristorazione e 4770 euro di attività promozionali sul territorio. E ancora un cenone di capodanno con annesso percorso benessere per una collaboratrice come ricompensa per il lavoro svolto e poi acquisti di fiori, libri, ceramiche, assicurazione per l’auto personale e anche quelle per il parrucchiere e visagista. Questi ultimi trattamenti in un centro estetico, secondo i legali di Fiorenza, erano legati all’immagine pubblica del capogruppo.