“Clemente Grimaldi e l’agricoltura iblea tra storia e prospettiva”. Saranno questi i temi di una mostra convegno che si terrà venerdì 5 aprile alle 18 a palazzo Grimaldi a Modica, centro in provincia di Ragusa. Un appuntamento organizzato dalla fondazione Grimaldi e dall’Unitre con il patrocinio del comune di Modica. IL convegno ricorderà la figura di Clemente Grimaldi, agronomo di fama internazionale nato a Modica e organizzatore instancabile dell’agricoltura iblea, a 151 anni dalla sua nascita.
All’appuntamento interverranno Giuseppe Barone, storico, presidente della fondazione Grimaldi e preside della facoltà di Scienze politiche dell’Università di Catania e l’agronomo Orazio Sortino, docente di Scienze agronomiche nel dipartimento di Scienze delle produzioni agrarie e alimentari dell’ateneo catanese.
Al termine del convegno sarà inaugurata una mostra fotografica e documentaria a cura di Benedetto Gugliotta, autore di un prezioso lavoro di inventario e catalogazione delle carte d’archivio custodite dalla fondazione.
La mostra resterà aperta fino al 20 aprile. In esposizione immagini inedite, pubblicazioni rarissime, epistolari e manoscritti originali appartenuti a Clemente Grimaldi. Il percorso documentario, tra l’altro, illumina le fasi meno note della vita dell’agronomo, quali gli anni universitari a Portici e l’inedita avventura libica.
Clemente Grimaldi, rampollo di famiglia aristocratica, discendente dei Grimaldi di Genova che sin dal XV secolo avevano messo solide radici nella contea di Modica, combatté gli effetti della grande depressione e della crisi agraria di fine Ottocento sul terreno della scienza, attraverso interventi e proposte di razionalizzazione della produzione foraggiera, diffusione del credito agrario e dei concimi chimici, sviluppo della cooperazione, introduzione di macchine agricole e di nuove colture (ortaggi e primaticci), l’incremento dell’allevamento zootecnico, ibridazione dei vitigni con viti americane più resistenti che egli stesso aveva sperimentato nei propri vivai di Cipolluzzi, Calamenzana e Fondolongo. Autore di centinaia tra monografie, saggi e articoli apparsi su riviste italiane e estese, fece del richiamo alla competenza e alla professionalità, della critica pungente contro una politica economica che favoriva con alte tariffe doganali gli industriali settentrionali e la cerealicoltura a danno delle esportazioni agricole pregiate del Mezzogiorno, dell’invito ai produttori agricoli ad associarsi per ottenere dallo Stato interventi mirati a sostegno delle coltivazioni arboree, il leitmotiv di ogni suo scritto.