Due lettere anonime minatorie sono state recapitate al pubblico ministero Nino Di Matteo. In una delle missive si legge: “Amici romani di Matteo Messina Denaro hanno deciso di eliminare il pm Nino Di Matteo in questo momento di confusione istituzionale, per fermare questa deriva di ingovernabilità. Cosa nostra ha dato il suo assenso, ma io non sono d’accordo”.
Di Matteo si era occupato del processo per la strage di Borsellino a Caltanissetta e adesso rappresenta l’accusa nel processo sulla cosiddetta trattativa mafia-Stato.
Scorta rafforzata, dunque, per Di Matteo che è già stato ascoltato dai colleghi di Caltanissetta competenti per le indagini in cui i magistrati di Palermo sono parte offesa.
Le lettere minatorie sono state spedite il 21 marzo, giorno in cui il pg della cassazione, Gianfranco Ciani, ha avviato un procedimento disciplinare nei confronti di Di Matteo, accusato di aver violato i “doveri di diligenza e di riservo” e il “diritto alla riservatezza “ del Capo dello Stato.
Vicinanza al Pm Di Matteo è stata espressa dal senatore del Pd, Giuseppe Lumia. “Da tempo Di Matteo è nel mirino di Cosa nostra – dichiara – per la sua intensa attività di magistrato antimafia. Ecco perché è indispensabile che le istituzioni, la politica e la società facciano sentire il proprio sostegno, con le parole e con i fatti, a chi si trova in prima linea”.
“Si tratta di un fatto gravissimo – aggiunge Lumia – che questa volta arriva in un momento di grande incertezza ed instabilità per il nostro Paese e che richiama alla memoria il passaggio tra la prima e la seconda Repubblica, quando la mafia con la stagione delle stragi volle giocare un ruolo nella definizione dei nuovi equilibri politici-istituzionali”.
Maria Chiara Ferraù