Si chiama “Clous” l’operazione condotta dalla polizia postale di Catania che ha portato all’identificazione di un’associazione di pedofili. Tre le persone arrestate e 14 gli indagati. Quella condotta a Catania si tratta di una delle prime indagini italiane in cui viene contestato il delitto associativo in relazione ad un sodalizio virtuale nato e sviluppatosi solo attraverso internet con lo scopo di divulgare e detenere materiale pedopornografico.
I tre arrestati sono stati colti in flagranza di reato per la detenzione di ingente quantitativo di immagini e video di minori impegnati in scene di sesso anche con adulti o in pose erotiche.
L’indagine era stata avviata lo scorso anno dalla polizia postale di Catania con il coordinamento del centro nazionale di contrasto della pedopornografia online di Roma. È stata così monitorata la rete, appurando l’esistenza di una pagina web con foto di nudo di minori e numerosi commenti alle stesse immagini, alcuni messaggi provenivano probabilmente da italiani.
Grazie ad una attività sotto copertura, gli agenti hanno individuato una vera e propria comunità virtuale che, protetti e favoriti dai vari servizi di cloud storage, da cui il nome dell’operazione, avevano creato archivi di materiale pedopornografico. Le caratteristiche del servizio di archiviazione permettevano ai pedofili di scambiare foto senza lasciare alcuna traccia su computer o smartphone.
L’indagine ha accertato numerosi contatti tra gli indagati e soggetti di Francia, Regno Unito, Islanda, Polonia, Brasile e Marocco. Sul territorio nazionale le città interessate dalle perquisizioni sono state: Milano, Cremona, Ascoli Piceno, Varese, Salerno, Napoli, Nuoro, Rieti e Treviso.
A Napoli è stato arrestato un 40enne libero professionista trovato in possesso di circa 1.500 video di pornografia minorile. A Milano è stato arrestato un 55enne, dipendente pubblico, trovato con 110 mila immagini e 1.700 video pedopornografici. Infine, a Salerno è stato arrestato un 51enne trovato in possesso di oltre 2.000 video pedopornografici.
In totale, nel corso dell’operazione cloud sono state trovate e sequestrate un milione di immagini e video, molti dei quali di contenuto particolarmente raccapriccianti che raffiguravano minori impegnati anche in scene di sesso con animali o sottoposti a strumenti di tortura e costrizione.
Maria Chiara Ferraù