L’ “A.D.A.S.C.” – Associazione per la Difesa dell’Ambiente e della Salute dei Cittadini e il Coordinamento Ambientale Milazzo Valle del Mela ad un anno dall’incendio sviluppatosi all’interno della Raffineria di Milazzo dirama la seguente nota: “Fra i cittadini residenti è ancora impressa nella mente quella notte di fuoco, dichiara il Presidente Peppe Maimone, e a tutt’oggi ogni qualvolta si verifica una fumata, uno sfiaccolamento all’interno delle industrie presenti nel polo industriale, ma anche la presenza di odori molesti, la popolazione s’allarma, perché ha paura che possa verificarsi un episodio analogo, il quale ha destato notevole preoccupazione fra gli abitanti. E’ bene ricordare che il primo segnale è stato proprio la presenza di intensi odori nauseabondi dapprima nella frazione di Archi e successivamente a Pace del Mela e San Pier Niceto. Diverse associazioni, comitati e movimenti spontanei di cittadini all’indomani dell’incendio, che ha interessato il serbatoio TK 513, hanno chiesto l’intervento delle istituzioni d’ogni ordine e grado, ma a tutt’oggi la popolazione non è al corrente di eventuali iniziative intraprese per garantire la sicurezza del territorio, la difesa dell’ambiente e della salute pubblica.
Le richieste riguardavano l’urgente definizione del Piano di Emergenza esterno comprensoriale ai sensi del D.Lgs. 334/99 e ss.mm.ii. con l’avvio delle previste consultazioni delle popolazioni interessate; l’immediata neutralizzazione e rimozione di serbatoi insistenti nelle vicinanze di abitazioni civili; un’urgente verifica della compatibilità degli impianti a rischio d’incidente rilevante con tracciati autostradali, stradali e ferroviari; il dirottamento del traffico veicolare dei mezzi adibiti al trasporto di qualsiasi sostanza in transito da e verso le industrie in snodi lontani dai centri abitati; effettuare uno studio sul rischio d’incidente rilevante nella sua complessità (considerando anche gli impianti per la produzione di idrogeno, Lc-Finer, serbatoi di GPL etc.) esteso alle quattro industrie ad incidente rilevante presenti sul territorio di Milazzo e Valle del Mela, valutando anche l’eventuale effetto domino a cura del Ministero degli Interni e alla Commissione Nazionale per la previsione e prevenzione dei Grandi Rischi; coinvolgere tutte le Amministrazioni dell’Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale e del Sito di Interesse Nazionale delle Bonifiche, durante l’iter istruttorio per le Autorizzazioni Integrate Ambientali e la procedura per il rilascio delle autorizzazioni alla realizzazione d’altri impianti e/o industrie potenzialmente insalubri per la salute pubblica; l’immediata comunicazione con adeguata pubblicità ed in forma comprensibile delle risultanze dei controlli sanitari ed ambientali previsti dalla normativa vigente effettuati immediatamente dopo l’incidente e appunto quelli di competenza di ARPA, ASP, ISPRA, pianificare ed effettuare campagne di monitoraggio nelle zone urbane e rurali del comprensorio a breve e a lungo termine compresi i controlli sulla catena alimentare.
Inoltre rendere pubblici i verbali di sopralluogo e le delibere redatti dal Comitato Tecnico Regionale Sicilia; implementare la rete di monitoraggio delle matrici ambientali gestita esclusivamente da Arpa Sicilia che tenga conto di tutte le variabili; è anche fondamentale il controllo in tempo reale dei dati emessi direttamente al camino da ogni singolo impianto funzionante e la pubblicazione dei dati con mezzi efficaci di comunicazione; a tale scopo sarebbe auspicabile la creazione di un punto ARPA direttamente in uno dei Comuni del comprensorio. Attuare uno screening tossicologico con campionamento su vasta scala da effettuare sulla popolazione a rischio e sollecitare l’intervento del Dipartimento Epidemiologico della Regione Siciliana, dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per indagini sanitarie ed epidemiologiche a breve a medio e a lungo termine sulla popolazione residente; redigere un progetto per lo sviluppo alternativo dell’intera area industriale di Milazzo-Valle del Mela col coinvolgimento delle Università Siciliane, degli ordini professionali e delle associazioni ambientaliste; realizzare un dissalatore per evitare il prelievo di acque di falda.
Le associazioni inoltre hanno richiesto l’approvazione e il finanziamento del Piano di Risanamento del Comprensorio del Mela e l’avvio d’una seria attività di bonifica e di riqualificazione ambientale del Sito di Interesse Nazionale; il potenziamento ed adeguamento delle strutture sanitarie territoriali deputate ad affrontare le emergenze, la prevenzione e la cura di patologie croniche degenerative e neoplastiche; predisporre programmi periodici di ricerca, volti ad accertare il grado di percezione e consapevolezza relativa ai rischi ambientali ed eventuali conseguenze sulla popolazione residente; introdurre la Valutazione di Impatto Sanitario e la Valutazione del Danno Sanitario – da affiancarsi alla Valutazione Ambientale Strategica, all’Autorizzazione Integrata Ambientale e alla Valutazione d’Impatto Ambientale e l’aggiornamento del Testo Unico dell’Ambiente rivedendo i valori di riferimento degli inquinanti in base alle linee guide indicate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nelle aree ad elevato rischio di crisi ambientale e Siti di Interesse Nazionale.
Un anno fa abbiamo letto e sentito dichiarazioni di Ministri, Onorevoli ed Istituzioni, ma a tutt’oggi non conosciamo le risultanze delle eventuali azioni intraprese. Siamo solo a conoscenza di un’indagine della Procura della Repubblica di Barcellona P. G. Dopo l’incendio la Parrocchia di Archi in collaborazione col Coordinamento Ambientale Milazzo Valle del Mela ha affittato una centralina di monitoraggio delle polveri PM2,5, gestita da Epidemiologia e Prevenzione che ha rilevato in alcune circostanze dati preoccupanti. A breve, grazie all’interessamento dell’Associazione ADASC sarà istallata un’altra centralina di monitoraggio della qualità dell’aria per avere maggiori informazioni sullo stato di salute dell’ambiente”.
Rodrigo Foti