Decisioni prese nell’ottica di un risparmio economico che non guardano né ai disagi del territorio, né all’istruzione dei giovani. Come è successo per la ragioneria di Tortorici, (centro in provincia di MEssina), un istituto rimasto con sole tre classi, dalla prima alla terza, per decisioni prese dietro ad una scrivania. Gli alunni non mancherebbero. Anzi, c’è chi di fronte alla prospettiva di completare il corso di studi in un altro paese, potrebbe decidere di rimanere a casa e quindi di restare in possesso solo della licenza media.
Quest’anno a Tortorici alla prima classe della ragioneria, sezione staccata dell’istituto Tomasi di Lampedusa di Sant’Agata di Militello, si sono iscritti 22 studenti che si aggiungono ai circa 35 che compongono la seconda e la terza classe.
Una quarta classe si sarebbe formata tranquillamente. Ne avrebbero fatto parte 4 studenti che frequenteranno, invece, l’istituto di Sant’Agata di Militello e i cui genitori preferirebbero studiassero nel loro paese e altri 10 studenti, fra ragazzi che l’anno scorso hanno frequentato il secondo e il terzo anno in uno e altri, più grandi, che avevano deciso di riprendere gli studi. Ma questi ultimi dieci studenti, se non verrà avviata anche la quarta classe a Tortorici, non hanno alcuna intenzione di spostarsi e completare così gli studi, rimanendo dunque indietro nell’istruzione rispetto ai loro coetanei.
I docenti dell’istituto e il sindaco, Carmelo Rizzo Nervo, non ci stanno. La scuola ha già chiesto all’ufficio scolastico provinciale di Messina di istituire una quarta classe e i corsi serali, ma non ha ottenuto risposta. Nei prossimi giorni il primo cittadino andrà a Palermo all’ufficio scolastico regionale per ottenere almeno la quarta classe in un istituto che, nonostante tutto, continua a vivere e a registrare nuove iscrizioni.
Maria Chiara Ferraù