Lo spettacolo teatrale “Buttanissima Sicilia”, tratto dall’omonimo libro di Pietrangelo Buttafuoco, andrà in scena il prossimo 10 settembre alle ore 21 alla Vecchia Dogana a Catania. Si tratta di uno dei tanti eventi culturali presenti nel corposo e variegato programma della tre giorni organizzata dal movimento civico #DiventeràBellissima.
Con la sapiente regia di Giuseppe Sottile del Basto il pamphlet ardente di passione per una martoriata terra di Pietrangelo Buttafuoco prende vita sul palco grazie agli attori Salvo Piparo, uno dei migliori cuntastorie palermitani , Costanza Licata, figlia del brillante giornalista e registra Salvo, e alla musicista Rosemary Enea.
Così il caso editoriale “Buttanissima Sicilia” con i suoi personaggi al limite del surreale che hanno governato la Regione è divenuto una rappresentazione teatrale che con lo sberleffo, il graffio e il surrealismo trasuda passione civile per un’isola divenuta “fogna del potere” per gli sprechi, le clientele e le macchiette dell’antimafia. Lo spettacolo ha già riscosso un grande successo di pubblico e di critica con un tour partito l’anno scorso che ha regalato agli spettatori il ritratto di una Sicilia farsesca e tragica proprio come tragico è il senso della vita dei siciliani.
Nel viaggio ideale di Salvo Piparo all’interno di un immaginario Museo delle Cere isolano si ritrovano personaggi paradigmatici della degenerazione del potere che hanno reso l’isola “un pezzo di Mediterraneo messo a bagnomaria”. Calcano la scena diverse macchiette che si ergono a paladini con i volti di Mastro Don Gesualdo, Totò Vasa Vasa e Monsieur Pappagone. Quest’ultimo governa un Parlamento Siciliano pigro e indolente e al posto di “governare pensa a declamare” e annuncia, per risolvere i problemi, “una riunione a Piazza Rivoluzione”.
Così Buttafuoco e Sottile hanno gettato sale a piene mani nelle tante ferite di una Sicilia governata da diverse stagioni con altrettanto diversi furori che, alla fine, si sono rivelati nient’altro che un’impostura. L’ennesima per una Regione che per salvarsi – secondo Pietrangelo Buttafuoco – dovrebbe perdere l’autonomia e lo Statuto Speciale. Ma oltre allo Statuto c’è una terra al centro del Mediterraneo capace di essere solare ma tragica, allegra e melanconica e soprattutto ingannata. L’inganno viene svelato e irriso sul palco e in poco più di un’ora passano davanti allo spettatore scorrono tutte le miserie umane e politiche di una terra che è senza dubbio “buttanissima” ma che un giorno, come auspicò Paolo Borsellino, “diventerà bellissima”.