Lunedi 7 Settembre i tecnici A2A sono stati ascoltati al comune di Milazzo per un’audizione sul progetto di conversione della centrale elettrica di S. Filippo del Mela a C.S.S., cioè combustibile da rifiuti. Per il Movimento “No CSS”, che s’oppone alla costruzione d’un inceneritore all’interno dell’insediamento industriale, ne sono scaturite una serie di dichiarazioni, almeno per come riportate dalla stampa, tese a nascondere ai cittadini la verità, quando non a prenderli letteralmente per i fondelli: “Menzogna n°1: Non sarà un inceneritore, bensì un termovalorizzatore, come se fossero due cose diverse. Probabilmente qualche Consigliere c’è pure cascato, ma nella lingua italiana termovalorizzatore e inceneritore sono sinonimi. Vediamo cosa dice il dizionario alla voce Termovalorizzatore: Inceneritore di rifiuti urbani solidi utilizzato come impianto di produzione di calore o elettricità. A riprova di ciò basta confrontare come si traducono termovalorizzatore ed inceneritore nelle varie lingue straniere: esattamente nello stesso identico modo in tutte le lingue del mondo.
Menzogna N°2: Il CSS migliorerà l’impatto ambientale della centrale, forse la regina delle menzogne. Già perché nella letteratura scientifica sono ampiamente documentati gli effetti nefasti sulla popolazione degli inceneritori anche d’ultima generazione, quelli dotati delle “nuove tecnologie come la termovalorizzazione”, come le chiama A2A.
Per di più sono stati condotti studi comparanti l’impatto ambientale del CSS con quello dei combustibili fossili, che andrebbero a sostituire. Il bilancio è impietoso: comparsa di diossine, PCB e furani, sostanze tra le più tossiche e cancerogeni esistenti in natura, e marcato incremento delle emissioni di metalli pesanti, specie mercurio, sotto forma delle insidiose e non filtrabili nanoparticelle (PM 0,1), in assoluto le più pericolose tra le polveri sottili, sebbene non normate dalla legislazione vigente. Entrando nel dettaglio del progetto di Edipower/A2A, quest’ultima ha fornito i seguenti dati al tavolo tecnico dell’Assessorato delle Attività Produttive della Regione lo scorso marzo: 53,3 tonnellate di CSS da bruciare ogni ora, equivalenti a ben 467 mila tonnellate ogni anno: una enormità degna dei più grandi inceneritori d’Europa; una potenza energetica di 54,4 MW/h, pari ad appena il 5% della produzione energetica attuale della centrale (ebbene sì, i rifiuti hanno un rendimento energetico bassissimo); una concentrazione massima di 0,05 ng/Nmc (nanogrammi per ogni metro cubo) di PCDD/PCDF, cioè diossina, nelle emissioni al camino, ossia la metà dei limiti imposti dalla legge, che non considera la quantità totale di fumi emessi. Tale concentrazione va moltiplicata per i 400.000 Nmc di fumi emessi ogni ora, che fanno ben 20 microgrammi di diossina l’ora. In un anno 175 mg di diossina.
Volendo essere buoni, possiamo anche considerare la concentrazione media di diossina dichiarata di 0,025 ng/Nmc, ottenendo in un anno 88 mg. Scusate se è poco, visto che la dose letale della diossina è di 0,001 mg pro kg se consideriamo la mortalità per intossicazioni acute, ma esplica cronicamente effetti mutageni e cancerogeni anche ad esposizioni molto inferiori; ma attenzione, questi sono solo i dati forniti da A2A, non quelli delle emissioni reali.
La legge vigente prevede che la diossina, i metalli pesanti e gli idrocarburi policiclici aromatici non siano monitorati al camino in continuo (anche perché non esistono le tecnologie per farlo), bensì ogni quadrimestre per alcune ore (ovviamente un siffatto monitoraggio al camino non può avvenire a sorpresa ma necessariamente previo avvertimento dell’azienda).
In tutti i restanti 362 giorni dell’anno le emissioni di tali sostanze rimangono avvolte nel mistero, potendo anche superare di migliaia di volte i valori consentiti dalla legge senza che nessuno se ne accorga e, visto che mandare meno polveri tossiche in atmosfera significa trattenerne di più nei filtri con costi elevatissimi per il loro smaltimento (le polveri tossiche filtrate devono essere smaltite in discariche speciali come fossero scorie nucleari), secondo voi all’azienda converrà mantenere gli stessi livelli di abbattimento anche quando nessuno la controlla?
Menzogna N°3: Il termovalorizzatore necessita della raccolta differenziata al 50% – il CSS verrà prodotto dall’umido, grossolane corbellerie che si smentiscono da sole: basta semplicemente documentarsi su che cos’è il CSS. L’A.R.P.A. Marche (giusto per fare riferimento ad un ente istituzionale) chiarisce abbastanza bene di cosa è fatto il CSS: frazione secca (sopravaglio) dei rifiuti indifferenziati (in maggioranza carta, plastica, tessili, pannolini), depurata dagli elementi non combustibili (ferraglia e altri inerti); quindi normalmente sono i rifiuti indifferenziati a costituire la materia prima del CSS. Va comunque detto che la legge consente che, per aumentare il potere calorifico del CSS, questo possa essere arricchito da plastica proveniente dalla raccolta differenziata, fino ad arrivare al 50% del totale della sua massa.
Vi è quindi il fondato pericolo, avvalorato dalle affermazioni di A2A, che la gente inconsapevole faccia la raccolta differenziata della plastica credendo di avviarla al riciclaggio, mentre invece verrebbe bruciata nell’inceneritore, (pardon) termovalorizzatore, di San Filippo del Mela!
Menzogna N°4: Il termovalorizzatore è ormai stato deciso da Roma, A2A ha presentato il progetto al Ministero dell’Ambiente ed adesso è al vaglio della Regione. Data la gravità di tali affermazioni, vogliamo credere che siano almeno in parte frutto di travisazioni giornalistiche. Per convertire la centrale elettrica a questo combustibile spazzatura (nel vero senso della parola) chiamato CSS, bisogna prima avviare una procedura di V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale), gestita dal Ministero dell’Ambiente. Per avviare la procedura, è necessario che, contestualmente alla consegna dell’istanza al Ministero dell’Ambiente, “il proponente pubblichi su un quotidiano a diffusione nazionale e su un quotidiano a diffusione regionale un avviso, in cui è contenuta una breve descrizione del progetto”. Ad oggi non risulta alcuna pubblicazione di questo tipo. Tra l’altro, come confermato ufficialmente dal Ministero dell’Ambiente in una nota in risposta ad una interrogazione dell’On. Villarosa, “tutte le istanze relative a Valutazione di Impatto Ambientale sono tempestivamente pubblicate, unitamente alla relativa documentazione tecnica, sul portale delle valutazioni ambientali” ed ad oggi non risulta nulla avente come oggetto la conversione a CSS della centrale di S. Filippo del Mela. Al contrario risulta la V.I.A. relativa alla conversione a C.S.S. della centrale Edipower di Brindisi Nord, che ha già incassato il parere negativo di Comune, Provincia e Regione ed è quindi già virtualmente data per spacciata.
Rodrigo Foti