“Storia di Siracusa. Economia, politica, società (1946-2000)” è il titolo di un libro di Salvatore Adorno con prefazione di Carlo Trigilia, che sarà presentato sabato prossimo 6 giugno alle 10.30 nella sala Borsellino di Palazzo Vermexio a Siracusa.
Lo storico dell’economia e della società dell’età moderna, Maurice Aymard, il sociologo Arnaldo Bagnasco dell’università di Tornio e la storica dell’età contemporanea Mariuccia Salvati, discuteranno di Siracusa tra passato e presente con il curatore del volume, docente dell’Università degli studi di Catania.
Fra gli interventi ci saranno anche quelli del sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo; Corrado Piccione dell’associazione culturale Gaetano Trigilia Caracciolo; Sebastiano Amato, società siracusana di storia patria; Ivo Blandina, Confindustria Siracusa e Ivan Lo Bello della camera di commercio di Siracusa.
Il libro, realizzato dall’associazione Gaetano Trigilia Caracciolo con il contributo della camera di commercio, Confindustria e la società siracusana di storia patria, raccoglie i saggi di Salvatore Adorno, Tommaso BAris, Roberto Bruno, Giovanni Criscione, Giovanni Cristina, Francesco Di Bartolo, Renata Giunta, Melania Nucifora, Fabio Salerno, Marco Sanfilippo e Giovanni Schininà, preannuncianti nelle relazioni del convegno “Le radici del presente: Siracusa nell’Italia repubblicana” tenutosi a maggio del 2012.
Il volume propone un’indagine a tutto campo sulla storia economica, sociale e politica della città aretusea negli ultimi sessant’anni: la nascita e gli sviluppi dell’industrializzazione; il ruolo svolto dall’agricoltura, dal commercio, dall’artigianato e dal credito locale; l’incontro della città con il miracolo economico e con i movimenti collettivi degli anni Settanta, le propensioni politiche e la formazione della classe dirigente, il ruolo degli intellettuali e delle istituzioni culturali nella costruzione dei processi identitari, la crescita edilizia e l’uso del territorio. Il libro traccia un profilo tra luci e ombre della città, tra vecchi paradossi e nuove opportunità per ripensare un diverso modello di sviluppo.
Maria Chiara Ferraù