“Sicilia archeologica” è il titolo del nuovo libro di Sebastiano Tusa che punta l’attenzione sui caratteri dell’isola dal Paleolitico all’Età del bronzo, nei contesti del Mediterraneo.
Il noto studioso, da anni soprintendente del mare della Sicilia, fa precedere l’immersione negli argomenti specifici da tre scritti in qualche modo introduttivi: un saggio autobiografico che evidenzia le radici di una scelta professionale maturata non senza problematiche esistenziali; un testo sulla storia dell’evoluzione epistemologica del pensiero scientifico inerente l’identità italica, tanto dibattuta soprattutto nel periodo tra le due guerre, da un inquadramento storico-filosofico-archeologico sul Mediterraneo e un saggio su Paolo Orsi, doveroso tributo trattando di preistoria e protostoria siciliane.
Seguono due saggi sul campo spinoso della religiosità dei popoli primitivi della Sicilia che ha appassionato e diviso generazioni di studiosi non soltanto in Sicilia. Argomento talvolta evitato talaltra abusato per spiegare ciò che l’archeologia didascalica e descrittiva non riesce a comprendere con le armi della comparazione etno-antropologica. L’autore tratta inoltre dell’insorgenza agro-pastorale in Sicilia, ossia della transizione tra le società di cacciatori e raccoglitori e quelle di agricoltori e pastori. Oggetto particolare di studio, quel paradisiaco angolo di Sicilia che è la costa orientale della penisola di San Vito lo Capo, dove si trova la gigantesca Grotta dell’Uzzo. Il lettore incontrerà, ancora, un saggio dedicato a quei microcosmi eccezionali per lo studio dei molteplici modelli di adattamento dell’uomo agli ambienti insulari che sono le Eolie e Pantelleria.
Nel saggio conclusivo l’archeologo propone delle spiegazioni sulle reali radici identitarie del popolo siciliano, pur convinto che il carattere più distintivo della Sicilia sia quello del sincretismo antropologico, data la notevole ricchezza di strati, sostrati e parastrati popolazionali che questa terra di spiccata accoglienza ha nei millenni accumulato, dimostrando di non essere soltanto un’isola, ma un arcipelago di culture, religioni, popoli e tradizioni.
Sebastiano Tusa. Laureato in lettere con tesi in paletnologia presso l’Università La Sapienza di Roma nel 1975. Perfezionato in Archeologia orientale presso La Sapienza di Roma nel 1985.Idoneo nel 2000 al concorso per professore ordinario della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Cagliari, settore L01Y, Preistoria e protostoria. Docente a contratto di Paletnologia presso il Corso di Laurea in Conservazione dei Beni Culturali dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli dal 2000. Docente a contratto di Archeologia Subacquea presso il Corso di Laurea in Archeologia Navale dell’Università degli Studi di Bologna, sede staccata di Trapani, dal 2001 al 2012. Direttore del Servizio per i Beni Archeologici della Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Trapani (2000-2004). Soprintendente del Mare della Regione Siciliana dal 2004 al 2010 e dal 2012. Soprintendente per i Beni Culturali e Ambientali di Trapani dal 2010 al 2012. Direttore della rivista «Sicilia Archeologica». Dal 1972 ha partecipato e/o diretto missioni e ricerche archeologiche in Italia, Iraq, Iran, Pakistan, e Turchia. È attualmente direttore delle Missioni Archeologiche in Sicilia, Libia e Giappone. Ha condotto numerosi scavi archeologici in Sicilia, Lazio e Campania. Autore di circa 600 opere, tra monografie e saggi scientifici e divulgativi.