Si è svolta a Palazzo D’Amico la cerimonia di premiazione alla prima edizione del premio di narrativa dal titolo “Castello di carta” al quale hanno partecipato numerosi studenti, ma anche cittadini di Milazzo e del comprensorio, un dato che premia l’impegno dell’associazione “Castello di carta”, che ha promosso l’evento in collaborazione col Comune. Alla fine la giuria, presieduta da Fabrizio Scibilia (componenti Nella Barbera, Imma Barillari, Cinzia Vinci, Lucia Messina e gli studenti delle scuole cittadine Silvio Nastasi, Beatrice Oliva, Sabrina Rexhai, Sara Vitalizio), ha assegnato il primo premio a Santi Cautela con il racconto “Il dipinto di una storia”, secondo posto per Luigi Cama (“Io resto qui”; terza Anna Maria Fareri (“Si è accesa una stella”) e al quarto posto ex aequo Donatello Fazio (“Omicidio al Capo”) e Caterina Giaimis (“I misteri del Borgo”), Rebecca Prizzi (“Diana, la regina di Milazzo”), Ginevra Zerbone (“Un amore oltre il mito), Alexandra Aspa (“Astrid e il fantasma di Milazzo”), Filippo Lo Schiavo (“Una prodiga sfortuna”) e Giampaolo Petrungaro (“Quella grotta inespugnabile”). Nel contempo, inserito nel programma “Maggio dei libri”, a palazzo D’amico la scrittrice mamertina Nuccia Isgrò ha presentato, ieri sera, il suo secondo libro “Trovato uomo… possibilmente libero”. Ad introdurre la presentazione delle “nuove avventure di una divorziata cinquantenne alla riscossa” è stato il giornalista televisivo Pippo Midili, il quale ha curato anche la prefazione del volume edito dalla casa editrice Festina Lente di Ferrara. L’autrice, invece, dopo aver illustrato alcuni passi del libro, ha spiegato come “una cinquantenne divorziata può rivivere una seconda gioventù affrontando la vita con un pizzico di ironia”. A spiegare, invece, questa seconda edizione del “Maggio dei libri” organizzato dal Comune mamertino è stato il Vice Sindaco Stefania Scolaro, che ha avuto pure parole di elogio verso la scrittrice “la quale riesce nei suoi scritti a strappare un sorriso anche a coloro che, con gli anni, hanno dimenticato come si può ancora ironizzare, nonostante i tanti problemi quotidiani.
Rodrigo Foti